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AGENTE 007 - SOLO PER I TUOI OCCHI regia di John Glen

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Dom Cobb     7½ / 10  03/05/2012 18:26:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo il megasuccessone di Moonraker, si decide di tornare con i piedi per terra. In senso letterale. Si decide di tornare a Fleming, alle origini, con storie più realistiche che non vedano l'impiego di gadget fantasiosi, con terroristi che sostituiscono nel ruolo del villain i ben più improbabili milionari da strapazzo. E, ammettiamolo, tutti questi passi indietro pagano, creando un episodio fra i più godibili mai fatti, anche se non fra i miei preferiti. La storia sembra inizialmente una brutta copia di quella in Dalla Russia con amore, ma a fine visione ci si accorge che la trama se ne discosta abbastanza da sembrare sufficientemente originale. A farla da padrone è l'azione spettacolare dovunque e comunque



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a scapito dell'ironia, che pure è presente in modo da essere funzionale alla storia.
Moore decide di lasciar stare la commedia e prova di saperci fare anche in ruoli seri, la Boquet è la bond-girl perfetta, mentre poco memorabile ed incisivo è il villain di Julian Glover, così come gli ultimi dieci minuti in generale, un po' tirati per le lunghe. Nota a parte meritano le splendide musiche di Bill Conti e la sua canzone "For your eyes only", melodiosa e semplicemente stupenda.
Per il resto, il film mantiene un buon ritmo fino alla fine, con ironia, azione e crudezza


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amalgamati alla perfezione insieme a una punta di drammaticità (ma davvero è solo un accenno), merito anche della dinamica regia di John Glen. Un notevole ritorno in pista dopo il poco gradito exploit di Moonraker.
Dom Cobb  23/11/2022 12:27:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un peschereccio affonda nelle acque del Mar Ionio, al largo dell'Albania. In realtà, però, si tratta di una nave spia inglese, con a bordo un congegno ATAC in grado di controllare l'intera flotta di sommergibili nucleari. Per recuperarlo prima che cada nelle mani dei sovietici, James Bond dovrà infiltrarsi nella malavita greca e unire le forze a Melina Havelock, una ragazza in cerca di vendetta...
Con "Moonraker" si è raggiunto un limite invalicabile, toccando apici di assurdità che non si possono superare senza togliere al franchise di 007 la dignità che gli è rimasta. I creatori della serie questo lo sanno e perciò agiscono di conseguenza: anziché procedere nello stesso solco del predecessore, che pure era stato uno dei maggiori successi della serie a livello commerciale, si decide di tornare alle radici e concentrarsi sugli elementi dello spionaggio puro e semplice che avevano sancito l'esordio del personaggio di Bond sul grande schermo, così come le sue prime avventure sulla pagina: meno gadget, più realismo, ma senza rinunciare al divertimento. L'operazione può dirsi riuscita, sebbene con qualche riserva.
La differenza di toni, pur non molto drastica, si avverte fin dall'inizio, e il prologo da questo punto di vista rimane una dichiarazione d'intenti sulla direzione più terra terra e a tratti contraddittoria che la serie vuole seguire.

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Dom Cobb  23/11/2022 12:46:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il team tecnico evolve ancora una volta: il veterano Lewis Gilbert viene sostituito dall'ex montatore e regista della seconda unità John Glen, che impone subito uno stile più rozzo, veloce e immediato, meno improntato all'eleganza (che comunque rimane in alcuni frangenti) e più su un ritmo spedito, dove a farla da padrone sono una trama semplice semplice, anche troppo, e una serie di scene d'azione e acrobazie una più spettacolare e spericolata dell'altra.


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A pagarne lo scotto sono il lato puramente investigativo, che nonostante il tentativo di ravvivarlo con qualche colpo di scena, è in ogni caso abbastanza debole,


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e l'aspetto visivo della pellicola, caratterizzato da una fotografia scialba e un montaggio che, nel ricercare la velocità ad ogni costo, risulta a tratti un po' approssimativo. Interessanti invece sono le musiche di Bill Conti, qui chiamato a sostituire il solito John Barry e che inietta nella sua partitura una marcata influenza disco-funk a tracce più tradizionalmente melodiche. Nonostante non sia discontinua come la colonna sonora di Marvin Hamlisch per "La spia che mi amava", si tratta comunque di un approccio insolito, che può piacere oppure no. A me personalmente non dispiace, ma capisco le perplessità. Per fortuna a controbilanciare c'è una bellissima e suggestiva ballata per i titoli di testa, nominata agli Oscar e trasudante un'atmosfera anni '80.
Inoltre, si ravvisano alcune incertezze e ingenuità nella sceneggiatura ogni volta che si tenta di calcare la mano sugli aspetti più drammatici della vicenda, in special modo per quanto riguarda il personaggio di Melina o certi fatti contenuti nel finale.


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Roger Moore continua a fare un ottimo lavoro nei panni del noto agente segreto: sebbene la sua età inizi a farsi notare, il suo pimpante senso dell'umorismo rimane invariato e regala ancora numerosi momenti esilaranti.


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Carole Bouquet gli fa da adeguata spalla, sebbene il suo arco narrativo non sia sviluppato nel migliore dei modi; ma fa piacere vedere un pizzico di genuina drammaticità mescolato a tutta l'azione e la leggerezza in genere associata alla serie. Per il resto l'unico a fare una vera impressione è Topol, nei panni di un simpatico contrabbandiere alleato di Bond, mentre il villain di Julian Glover è uno dei più incolori e dimenticabili della serie.
"Solo per i tuoi occhi", pur abbandonando gli eccessi degli anni '70 in favore di qualcosa di più realistico e credibile, continua a vivere del puro spettacolo e dell'azione sfrenata, che stavolta toccano vette incredibili e dunque bastano per garantire un paio d'ore di assoluto divertimento spensierato. Non lo ritengo uno dei migliori Bond, né uno di quelli meglio scritti o costruiti, né uno di quelli più d'impatto, ma è sempre una piacevole visione.
VOTO: 7