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BEGOTTEN regia di E. Elias Merhige

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Invia una mail all'autore del commento stuart     7 / 10  27/02/2010 12:09:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
C'è qualcosa di profondamente sbagliato nel guardare questo film. Esagerata ed esasperata è la violenza che viene servita allo spettatore, il quale non può fare altro che dissociarsene e abbandonare la visione oppure immergersi nella scena e rendersi in qualche modo complice del putridume che la pellicola traduda ad ogni istante.

Sperimentale ed estrema, sicuramente non alla portata di tutti, la prova d'esordio di Merhige, che deforma e rielabora le inquietanti atmosfere di "Eraserhead" (1977, David Lynch) e le colloca ad un livello più alto (o più infimo), offrendo un'esperienza disturbante ed indimenticabile infarcita di sangue, torture, sadismo, stupri, marciume, sporcizia, blasfemia, necrofilia.

Begotten è un film-nonfilm. E' un delirio brutale e onirico, una silenziosa discesa nell'inferno dell'uomo, violenta ma anche poetica, negativa ma edificante, religiosa o meramente ecologista. Non vi sono dialoghi, non vi sono volti, il martirio della carne è solo visivo, sta allo spettatore dare "voce" ai protagonisti, immaginarne le urla strazianti e l'agonia della morte. In sottofondo solo rumori ambientali, tra cui l'onnipresente e monotono cinguettìo. Il bianco e nero e l'effetto sgranato della fotografia contribuisce a rendere ancora più marcio ciò che avviene sullo schermo.

Un'opera senza tempo che osannerete o odierete, poco importa. Affrontare e portare a termine la visione di Begotten implica custodire in sè il seme della follia e nella follia non c'è giustizia, non c'è peccato.