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LA CENA PER FARLI CONOSCERE regia di Pupi Avati

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Invia una mail all'autore del commento Andrea Lade     8 / 10  04/02/2007 13:58:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pupi Avati è un grande narratore di storie. Grande perchè riesce anche con pochi mezzi e con cast passabili a descrivere i drammi della nostra società nelle varie epoche con ironia e con uno stile assolutamente piacevole regalandoci un cinema rilassante e pieno di spunti di riflessione.
Al centro dei suoi film , le famiglie, vero specchio del mutare dei costumi e unica fonte di informazione di una realtà che plasma e modifica segnando gli effetti del tempo.
La famiglia di "La cena per farli conoscere" è composta da tre sorelle che vivono in tre città diverse e con pochi contatti tra loro che si riuniscono un po' forzatamente per assistere un padre istrionico , bisognoso di attenzioni. Per sbarazzarsi di lui, decidono di farlo incontrare con una donna più giovane di lui e organizzano una cena che avrà effetti diversi per ognuno dei partecipanti.
Le tre sorelle sono donne contemporanee, vanno sempre di fretta, e pur con qualche generalizzazione, rappresentano l'immagine femminile giovane in carriera delle più evolutre realtà urbane. Le tre attrici sono ottime interpreti e molto credibili di una vita lavorativa veloce e pragmatica,che lascia poco spazio alle tradizioni.
Diego Abadantuono è bravissimo nella sua parte di padre fallito e senza preziosismi artistici,risulta essere molto credibile e vicino alla realtà.
Il personaggio di Francesca Neri risulta un po' caricato,ma non stona anche per la bellezza grafica della sua immagine in una elegante scenografia contemporanea.
L'occhio di Pupi Avati è particolarmente critico nel vedere questi personaggi alle prese con il loro destino, con le loro nevrosi e con i loro sforzi per cucire le toppe di una vita fallimentare; gli unici che sono riusciti a fare carriera ,sono anche i due più malati e non c'è lieto fine perchè sono lasciati alla loro malattia. Ci sono tutti gli elementi per dedurre una denuncia massacrante allo stile di vita odierno e un ritorno al passato è impossibile: i bei tempi,tornano solo nei sogni. Anche la chirurgia estetica a cui ricorre il protagonista dà un risultato pessimo ,conviene quindi vivere un presente mediocre ma reale che sperare un' impossibile serenità.
Il film scorre molto bene e va visto per la piacevolezza delle immagini, per i dialoghi divertenti ,ma soprattuto per l'ottima prova degli attori. Qualche errore si nota nella prima parte del film dove una sceneggiatura velocissima sembra saltare qualche passo; il licenziamento del protagonista si capisce praticamente troppo tardi e anche la comparsa delle figlie è un po' affrettata e confusa. In 99 minuti il regista ha voluto condensare molti elementi e nel primo tempo c'è un po' di confusione; forse Pupi Avati doveva prendersi qualche minuto in più. Unico difetto in film veramente interessante.
Molto buono e consigliatissimo