caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

IL DIARIO DI UN CURATO DI CAMPAGNA regia di Robert Bresson

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma     7½ / 10  18/02/2013 14:40:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un'opera rigorosa e dolente, dove la solitudine e il dubbio accompagnano passo dopo passo il percorso cristologico del protagonista. Schiacciato dall'ipocrisia di un piccolo paese e della stessa curia, il curato sbaglia e si addolora, si interroga sul mistero di Dio e la sua Verità.

Bresson sceglie una messa in scena stilizzata, fatta di primi piani e una sapiente alternanza di voci off e dialoghi interiori, dando però (soprattutto alla prima mezz'ora) un ritmo quasi sincopato. Tuttavia la fede del regista appesantisce il film di una vena se non predicatoria certo fin troppo fiduciosa, fortunosamente schiacciata dal rigore formale di assoluta qualità, nel concedere alla Grazia la risposta all'Esistenza.

Per un ateo è più facile entrare in sintonia con il Bunuel di Nazarin o Viridiana, e anche con la precisione sconvolgente di Dies Irae di Dreyer, ma questo film ha comunque il pregio di interrogarsi sulla vita e le umane sofferenze senza nulla concedere alla spettacolarizzazione, al patetico e alle soluzioni facili.