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IL DIARIO DI UN CURATO DI CAMPAGNA regia di Robert Bresson

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Thorondir     9 / 10  28/12/2023 11:42:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Metafora cristologica sul cammino di un uomo in una sorta di inferno dell'anima (i suoi tormenti sulla fede) e inferno dell'ambiente (una micro-comunità che per motivi sconosciuti lo vorrebbe cacciare e dove molti gli sono apertamente ostili). La rigorosità della vita del curato è anche quella che Bresson sceglie per la sua messa in scena, in cui quasi sempre il protagonista è al centro dell'inquadratura, figurativo nella sua martirologia cristiana (mentre altri personaggi, in momenti particolari, possono arrivare quasi a scomparire dal piano, come fa la ragazzina che quasi si eclissa nel buio del confessionale). È un film-manifesto del pensiero e dello stile di Bresson, talmente asciutto da poter essere mal digerito da chi è abituato al cinema contemporaneo dell'iper ritmo e dei dialoghi che tutto spiegano. Ma è anche un manifesto di rigorosissimo cinema spirituale, trascendentale (Paul Schrader), essenziale e pur potentissimo nella scelta dei piani cinematografici.