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LABYRINTH OF DREAMS regia di Sogo Ishii

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Mizoguchi     5½ / 10  13/10/2007 13:18:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film un po' noiosetto, ma dall'atmosfera che a prima vista può ammaliare.
Non convince perchè non si sviluppa in nessun modo e non mi ha coninvolto in particolari suggestioni metafisiche.
Spesso paragonato a Lynch, ma mi sembra un po' a sproposito, perchè non ha nulla del suo stile... Non ha i rimandi al melodramma, i sentimenti implosi e soffocati, il gusto per il perturbante, l'uso degli stereotipi della propria cultura usati come una sorta di nuova mitologia e soprattuto l'ironia lynchana...
Qui Sogo Ishii, solitamente dalla regia molto scatenata, sembra semplicemente voler sorprendere pubblico e critica con la carta del film rarefatto e d'atmosfera, ma non riesce a comunicare un granchè.
Tadanobu Asano è proprio il manifesto di questa pretenziosa atmosfera che sembra voler suggerire che c'è molto altro da intuire dietro l'apparente inespressività, ma in realtà è solo un grande bluff.
Tadanobu Asano riesce a funzionare solo quando alla sua solita tomità alterna improvvisi lampi di ironia (Last life in universe) e di truculenza (Ichi the Killer), in altri casi, come questo, rischia solo di essere un fantoccio di lusso (comunque alla fine sempre simpaticissimo).
K.S.T.D.E.D.  13/10/2007 13:58:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"...l'uso degli stereotipi della propria cultura usati come una sorta di nuova mitologia e soprattuto l'ironia lynchana..."

Elementi tipici di lynch, sicuro?
Mizoguchi  13/10/2007 14:26:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sì, assolutamente.

L'ironia la usa per sdrammatizzare degli elementi inqiuetanti del suo passato, specialemente nelle descrizioni dei personaggi malavitosi che tanto temeva in quel di philadelphia; l'ironia c'è sempre, vedi in una storia vera l'episodio del cervo (potremmo dire spesso humor nero); nella maggior parte di mulhollland drive, in twin peaks personaggi come dale cooper (le sue manie, il tibet, etc...) andy, richard treymaine, le frecciatine di hawk per esempio; in blue velvet c'è tantissima ironia, a partire dall'edulcorato lieto fine, e poi nella descrizione della provincia americana. Diamine se non c'è ironia in lynch....

E poi certo lynch gioca tantissimo con gli stereotipi della mitologia americana. frankestein, rita hayworth, il melò, gli anni '50, lo swing, il musical, il cowboy, il mafioso, il regista cinematografico, la starletta, mulholland drive ne è la summa, però si trovano anche negli altri film. come strade perdute, una storia vera (il protagonista non è che un vecchio cowboy decontestualizzato, mitica la scena in cui abbatte il tosaerba come un cavallo azzoppato) e per non parlare di cuore selvaggio...
K.S.T.D.E.D.  13/10/2007 15:11:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A questo punto parlerei più che altro di critica anche piuttosto feroce (vedi Inland Empire), che alle volte sfrutta si tinte ironiche ma che, in ogni caso, si risolvono in un retrogusto alquanto amaro; nello specifico mi riferisco a Blue Velvet. In altri termini le critiche mosse da lynch, a mio avviso, hanno più un tono diretto ed aggressivo che un tono ironico.

"...usati come una sorta di nuova mitologia". Era la frase un po' troppo ricercata che non mi convinceva; messa sul piano della rivisatazione di generi e icone del passato, siamo d'accordo. Tuttavia nel commento in questione, tale concetto è forse un po' fuori luogo, dato che la somiglianza del film di Ishii con il cinema di Lynch sta, ovviamente, più nelle atmosfere oniriche e nelle musiche, non nei temi.

Sempre relativamente a "Labyrinth of dreams", già che ci siamo, non ti è piaciuto, non ti ha coinvolto e va bene così. Lo descrivi, però, come un film mediocre quando regia e fotografia sono mirabili; una certa percentuale di oggettività nei commenti, non guasta mai, anzi.
Mizoguchi  13/10/2007 16:06:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
è innegabile poi che l'insieme dei personaggi, delle icone rivisitate, dei luoghi, si siano riuniti ormai in una sorta di pantheon lynchano, come se vivessero di vita propria...
K.S.T.D.E.D.  13/10/2007 18:24:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sei riuscito, dopo un bel po', a trovare un senso ad una stesa frase, eh?
Comunque, a parte gli scherzi,
riguardo al termine "lynchano", io non l'ho mai usato perchè per me gli unici film lynchani sono quelli dello stesso lynch; io ho solo detto che alcune caratteristiche, singolarmente prese, ne ricordano altre, anch'esse singolarmente prese, di lynch e che la gente che lo cita nel commentare questo LOD magari intende dire la stessa cosa, non che la pellicola sia assolutamente lynchana.

Quanto al voto, quello è relativo, figurati. Solo che, come dicevo sopra, consigliavo anche una certa oggettività che permettesse di non mettere in luce solo gli aspetti negativi. Ma, ti ripeto, era solo un'osservazione personale.
Una scelta registica ben precisa c'è (l'ho scritto nel commento e quindi non mi ripeto) ed è assolutamente adatta per gli intenti di questa pellicola.
Mizoguchi  13/10/2007 15:47:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
non so io la vedo così, un film per essere lynchano deve avere qualcosina in più che essere generalmente onirico o avere delle musiche un po' simili...
Mizoguchi  13/10/2007 15:46:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
mah, non so a volte mi sembra che ci sembrano lynchane troppe cose e subito...
(per esempio mi sembra più lynchano gozu di miike)
comunque non è che intendessi parlare propriamente di temi, tutti quegli elementi comunque generano uno stile.

Poi sinceramente 5 1/2 non mi sembra un cattivo voto (ragionando in termini di mereghetti siamo un po' più sù delle due stelle), ciò non significa che la fotografia non sia buona, ma le qualità del film lo rendono al massimo materiale per una buona installazione artistica.
Per me qui un'idea di regia precisa non c'è, solo un'operazione ammiccante per suggestionare un po' (e per una ventina di minuti lo ha fatto pure con me)...