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TOTO’, PEPPINO E... LA DOLCE VITA regia di Sergio Corbucci

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Invia una mail all'autore del commento domeXna79     7½ / 10  08/05/2007 13:30:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Rivisitazione in chiave parodistica della “Dolce Vita”.
Trama semplice, costruita attorno ai due personaggi principali (i cugini Barbacane), che rilegge in chiave ironica il periodo che va dalla fine degli anni ’50 ai primi anni ’60, fatto di mondanità (i paparazzi lungo le vie più importanti di Roma) eccessi e stravaganze, coincidenti con il boom economico ma anche artistico (gli anni d’oro del cinema italiano) ..tra i film di Totò certamente quello più “spinto” (la censura lavorò molto su questa pellicola), con battute al veleno, dirette anche al mondo della politica, ed allusioni sessuali (qualche piccola volgarità soprattutto in considerazione del periodo in cui venne girato) inusuali per il grande comico napoletano, nell’intento di riportare quel senso di trasgressione (i tradimenti e la libertà sessuale nel mondo alto-borghese) proprio di quegli anni ..il racconto risulta frammentato ma le scene in cui i comici napoletani duettano risultano come sempre divertenti e a tratti surreali.
Come non ricordare la scena della seduta spiritica ("Signori mi raccomando di non spezzare la catena.." "E' vero la catena non si spezza si tira. Peppì, tira la catena.."), l’incontro e la conversazione con le due giovani tedesche, le gag nel locale notturno (il famoso “natic club”) e tante altre ..finale sottotono ed ampiamente prevedibile, in una sceneggiatura scarna, sorretta solo dal talento dei due protagonisti che attingono molto dal loro vecchio repertorio (fraintendimenti linguistici nel tentativo di cimentarsi con una lingua straniera, giochi di parole e le classiche angherie che la povera spalla è costretta a subire).
Come sempre in perfetta armonia la coppia Totò-Peppino De Filippo, che utilizzano una perfetta tempistica nell’uso delle battute, ma anche qui si rilevano le spalle storiche del grande comico napoletano, da Mario Castellani a Peppino De Martino (nel ruolo del ministro) ..regia incerta di Sergio Corrucci, giustificabile dal fatto di essere salito solo all’ultimo minuto su un treno in corsa (infatti la direzione era stata affidata in un primo momento a Mario Castellani).
Come sempre impedibile per chi ama il cinema del grande principe De Curtis ..da vedere!