JOKER1926 7½ / 10 21/02/2015 00:30:32 » Rispondi Ci sono personaggi e storie che vanno a prendersi tutto ciò che vogliono, restando così impresse per sempre, al di la delle stesse generazioni, delle stesse idee. Antonio de Curtis è come Lucio Battisti o Maradona; incarna a priori un'arte, interpretandola in modo personale, a prescindere da altre visioni artistiche vince la sua sfida ogni volta.
"La banda degli onesti" porta, a livello registico, il nome di Camillo Mastrocinque, ed esalta, ancora una volta, l'attore partenopeo. A render più fruttuosa la cosa ne "La banda degli onesti" è un'altra grande formidabile icona, parliamo di Peppino de Filippo. Il binomio è pressoché imbattibile, leggendario.
Camillo Mastrocinque con la produzione del 1956 non deve far altro che esaltare il suo eccezionale cast. E lo fa. La storia, parliamo di una commedia all'italiana, vive attraverso un'ironia di buonissimo livello. Però le carte vincenti , quelle che decretano la vittoria incontestata, sono affidate ad un copione di prominenza alta. Dai dialoghi alle situazioni esilaranti, "La banda degli onesti" si galvanizza e porta, criticamente parlando, tutti o quasi a pensarla in ugual modo; ossia che il film in questione, dalla sua vecchia data di uscita, tiene botta, incondizionatamente.