emmepi8 9 / 10 13/01/2007 16:10:07 » Rispondi L'addio al cinema del grandissimo David Lean, di cui sono suo ammiratore devotissimo,ed anche di più; unico film suo che ho amato poco è il Dottor Zivago, che a parte l'impostazione alla grande della recitazione, non mi ha stimolato più di tanto, forse anche piegato ai voleri di un Carlo Ponti, come sempre,opprimente (penso che sia stato il produttore più rovinoso della storia del cinema, compresa l'imposizione e la costruzione della Loren). Una bella costruzione d'epoca, dal romanzo di Forster, come Lean ci aveva abituato nelle sue costruzioni di Kolossalls, ma sempre dotati di una cura particolare alla psicologia dei personaggi, che hanno riscattato moltissimo il fattore spettacolare, diciamo che è uno dei pochi che ha saputo legare lo spettacolo al rispetto del racconto. La scelta degli attori è sempre stata basilare per i suoi films; dopo un lungo periodo di inattività dovuto al successo non pieno di La Figlia di Ryan (bel film da rivalutare assolutamente), escluso un documentario coodiretto, ci ha donato questa opera, che vince l'Oscar per l'attrice non protagonista Peggy Ashcroft e le musiche. Sfrutta benissimo lo spirito del romanzo e le varie sensazioni sotterranee che l'India ci poteva proporrre David Lean:Ha sempre dimostrato una maestri nel campo cinematografico, e non solo per i Kolossals; qui dà l'addio al cinema con un grande omaggio alle sue messe in scena ed ai suoi ritratti perfetti, non dimostrando assoltutamente un invecchiamento, ma dando molti punti di distacco a chi oggi fa questo tipo di operazione