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EDEN (2001) regia di Amos Gitai

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     5½ / 10  09/02/2007 13:06:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche i grandi autori, quando si prendono troppo sul serio, perdono la bussola: il connubio Miller-Gitai aveva grandi potenzialità sulla carta, ma purtroppo il risultato non è dei migliori.
"Eden" è cinema sobrio, rigoroso, statico, decisamente freddo: i temi cari a Gitai (sullo sfondo la persecuzione nazista, l'antisemitismo e la difficile convivenza con la Palestina, la ricerca delle radici e l'appartenenza) vengono inglobati - è il caso di dirlo - in un monolitismo controverso.
Da una parte un rigore formale eccessivo, dall'altra un melò di chiara derivazione Fassbinderiana sulla crisi coniugale, sull'idealismo fine a se stesso (sembra che Gitai ci si rispecchi in questi personaggi).

Piace, di "Eden", la sua assenza di retorica, la capacità di raccontare il dolore con la dignità che sempre gli appartiene (cfr. il suicidio del libraio colto a dichiarare Verghianamente "i libri sono tutto quello che mi è rimasto"), molto meno quando diventa estetizzante nel suo tronfio neorealismo tardivo (immagini di manodopera del deserto che vorrebbero essere simboliche) e nellla sua flemmatica persuasione di avere (nessuno lo nega) del talento