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STORIE regia di Michael Haneke

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Thorondir     8½ / 10  10/02/2023 15:01:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Basterebbe il primo e lungo piano sequenza: infelicità, razzismo, incomprensione, povertà, violenza fisica e psicologica; c'è tutto il campionario del cinema di Haneke precedente e successivo. E questo è "Code inconnu" (di nuovo, titolo originale decisamente più sensato del nostro francamente inutile "Storie"); un'analisi sugli elementi tipici dell'umanità nella grande metropoli occidentale; lavoro, razzismo, infelicità, incomunicabilità, prevaricazione, psicologie fragili, incontri anche minimi (come sulla metro) ma che segnano e ogni volta aggiungono un piccolo taglio in più nella mente. La città da cui si vuol fuggire (il fotografo nei teatri di guerra che dice che è a Parigi che la vita è complicata), la città che fagocita anche chi ne è fuori (il fattore che capisce che "non c'è futuro"), la città a cui tornare solo per necessità assoluta e in cui trovare l'umiliazione doppia, prima materiale e poi umana (la signora romena). In questa analisi sulle bassezze umane Haneke si rifà al suo classico stile fatto di asetticità esasperata, silenzi e ricorso continuo al piano sequenza (abbandonato solo qua e là) a voler sottolineare il tempo della realtà, il tempo in cui le cose accadono e le reazioni che queste suscitano (e quì sembra emergere quasi una volontà documentaristica di vero e proprio affresco urbano-antropologico).

Non è certo un film per tutti, non è un'opera per coloro che dal cinema cercano evasione e risate: qui siamo di fronte ad un'analisi spietata, non conciliante, brutale nella sua glacialità. L'umanità urbana ormai incapace di umanità. Incapace di comprendersi. Non funzionano più neanche i segni della lingua dei segni. Soli, persi, rimasti fuori la porta, estromessi dai gusci altrui.