Elly=) 10 / 10 14/11/2011 16:46:45 » Rispondi Già dal titolo vengono provocati in noi ansie, timori e paure.
Già da quando leggiamo LVT stringiamo forte la sedia.
Già dai primi secondi ci chiediamo ma che cavolo di scenografia é??
V. Trier compie un passo geniale: unisce il teatro al cinema scenograficamente in un luogo buio e claustrofobico ma anche narrativamente genale. Prende Bretch e lo spiaccica nello schermo facendo si che il film si divida in 9 capitoli. 9 capitoli terribili! Il narratore onniscente ci narra una storia dal segno delirante. Il luogo rispecchia gli abitanti. Abitanti crudeli, lupi bastardi, mentalmente ristretti, umanamente ribrezzanti. Degli abitanti che si contrappongono (anche se sappiamo bene che in fondo non é cosi) alla protagonista, inizialmente gentile, buona, compassionevole, positiva, che in un crescendo di stupri, abusi, sfruttamenti si trasforma in una criminale dal cuore puro, fredda, impassibile, vendicativa,..dove assume il ruolo di carnefice senza passare per colpevole o innocente. Entrambi i fronti assumono un cambiamento o meglio é errato parlare di trasformazione e sarebbe più giusto dire che i personaggi tirano fuori quello che realmente sono, la loro natura, la stessa natura di noi spettatori. Ed ecco il gioco incantevole dove LVT esbisce tutto il suo genio. Mette in ballo i rapporti interpersonali, posizionando lo spettatore come vittima stessa del film e con sadico intellettualismo ci schianta sul muso la lezione che nell'aprirsi troppo all'altro si finisce con le gambine segate. Insomma sfido chiunque a venirmi a dire che non si é immedesimato in questo film dove LVT unisce l'individualismo pestante con il cinema d'essai, andando a creare una complessività filmica apparentemente registicamente indifferente (scusate!) ma che in realtà sottolinea la visione del nostro caro Lars che ci propone uno spaccato cosi maledettamente provocatorio, sconvolgente, fastidioso, cinico, atroce, a tratti nichilista portando il film all'estremo.
Peter Lyman 12/12/2011 15:54:04 » Rispondi il titolo "Dogville" provoca in te ansia e paura? cambia spacciatore :)
Elly=) 14/12/2011 22:34:49 » Rispondi ahahah si sarebbe anche ora!XD
no a parte gli scherzi..devi leggere il titolo fra le righe: se lo traduciamo in italiano risulterà "il villaggio dei cani"..gli abitanti del paesino vengono definiti cani, per il loro modo di comportarsi nei confronti della protagonista. Il loro comportamento ricorda molto quello degli animali, dove l'istinto e l'egoismo diventano le energie portanti del loro essere e del loro vivere. Il fatto che Lars Von Trier già con il titolo da una definizione psicologica di una parte dei personaggi ti fa venire un senso di ripudio. Naturalmente tutto ciò lo provi dopo aver visto il film se no il titolo e la parola DOGVILLE non assumo un particolare significato. =)