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UN BIANCO VESTITO PER MARIALE' regia di Romano Scavolini

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orsobruno77     9 / 10  08/01/2007 12:42:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
34 anni e non mostrarli.

È il primo film di Scavolini che vedo, non considerando il suo documentario su Guevara.

È un thriller.

È un film con una regia ed un montaggio geniali.

Il nodo centrale della storia è lo stesso di “Dieci Piccoli Indiani” di Agatha Christie.

Un gruppo di amici chiusi in un castello...castello di una coppia di loro amici, lei Marialè, lui Paolo.

Il film purtroppo, forse, inizia spiegando troppo, ricorda molto l’inizio di Profondo Rosso;

ma questo solo perché ho visto più di dieci volte il film di Argento, ma soprattutto perché Scavolini l’ho conosciuto quest’anno, sia come autore che come persona.

Quindi devo fare una correzione d’obbligo, che mi fa rivalutare il Maestro Argento e i suoi film, la somiglianza l’ha causata Profondo Rosso che è del 1975, è uscito 3anni dopo Un Vestito Bianco Per Marialè.

Sconcertante.

In questo inizio vengono fatti dei nomi e questo aiuta a capire, almeno per uno spettatore nel 2006, con un discreto bagaglio di thriller e horror alle spalle, il movente e gli equilibri psicologici dei e tra i personaggi chiave.

Non ho idea dell’effetto che possa aver sortito ai tempi in cui uscì, 1972.

La storia tratta da Dieci Piccoli Indiani non è altro che una scusa per sperimentare regia e montaggio…il risultato è notevole.

I personaggi vengono, come nel libro, uccisi uno dopo l’altro; ogni omicidio viene mostrato in maniera diversa e muoiono tutti, tranne tre, di morti violente, ma diverse.

L’aggressione dei cani è una scena bellissima, feroce e violenta, con un montaggio con tempi frenetici,incalzanti, ma non più veloci del dovuto, a tempo con gli attacchi che i cani contemporaneamente in 4, o 2 a 2, o 3 sì e uno no, portano alla vittima.

I cani azzannano lo schermo, anzi, la telecamera. E noi siamo in soggettiva e vediamo i denti affilati lambirci la pelle, spostarci la testa, alzarcela, vediamo, ancora per poco dalla soggettiva, anche altre parti del nostro corpo venire morse e ridotte a brandelli insieme ai vestiti.

Non credo che prima di lui qualcuno abbia mai diretto una scena del genere.

Vediamo l’ombra di un personaggio che riconosciamo entrare in una stanza e poi un’altra ombra seguirlo, ombra questa volta sconosciuta. L’ombra alza una mano con un martello e colpisce la testa della vittima più volte fino a causarne la morte.

Vediamo una mano con un rasoio scagliare fendenti da destra a sinistra dal basso e dall’alto sul collo di un altro personaggio.

Vediamo un personaggio rivolgere qualche parola verso l’oscurità creata da una siepe e da quell’oscurità uscire un coltello e trafiggerlo nell’addome.

Vediamo un altro personaggio colpito in testa e fatto cadere in una piscina. La mazza, anche qui l’unica cosa dell’aggressore visibile, colpire sia in testa che sulle mani ogni volta che tornava a galla o cercava di aggrapparsi al bordo…

Di un omicidio solo non ci viene mostrata la dinamica, ma si capisce dalla posizione del corpo, ma soprattutto dalla macchia rossa sul vestito.



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