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SERVO SUO regia di Romano Scavolini

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orsobruno77     8 / 10  08/01/2007 12:32:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Servo Suo - Romano Scavolini

È il terzo film di Scovolini che vedo e continuo a stupirmi di come e del perché il grande pubblico non lo conosca e apprezzi.

È veramente un genio, un maestro.

Questo è un film del 1972.

Come già avevo scritto per “un bianco vestito per Marialè”, ha fatto scuola e non poco. I suoi meriti non gli vengono riconosciuti e questo è un offesa per il cinema e chi il cinema lo ama.

Dal titolo e dal personaggio “Scavolini” mi aspettavo un film sulla mafia e sue interazioni politiche…invece mi si sviluppa davanti un thriller molto denso, in cui la mafia, ha un’importanza latente.

Ciò che risalta per tutto il film è l’indifferenza del personaggio principale; il suo essere cinico e indifferente alla vita, ai sentimenti è molto “Camus”.

Il film è ambientato nella Sicilia degli anni ’70, un uomo inglese vive in una specie di bidonville senza acqua corrente su un letto sfatto…nella camera, per terra libri “gialli”, sul comò una copia di playmen e vestiti sparsi…

I pochi soldi con cui vivere li guadagna dando lezioni di inglese e di vita ad un ragazzo su una sedia a rotelle figlio di un uomo ricco e potente…

Il film inizia proprio con un agguato al ragazzo, agguato i cui colpi non lo uccideranno, ma lo destineranno ad una vita diversa da quella di prima, una vita difficile.

Sarà proprio durante una lezione di inglese che scopriamo quanto tanto sia cinico e razionale il personaggio principale.

Parallelamente ci viene mostrata l’attività mafiosa di due grossi clan, e di come il padre del ragazzo, si dichiarasse “SERVO SUO” al capo clan, il quale gli promise vendetta garantita per la disgrazia del figlio.

Da qui in poi, la mafia non viene praticamente più menzionata.

Il padre del ragazzo fa seguire e studiare le abitudini dell’inglese, lo testa e poi lo mette alle strette quasi rapendolo.

Gli propone una via per uscire dalla miseria in cui viveva, gli propone soldi, tanti soldi.

L’iniziale reticenza dell’inglese è difesa da lui con frasi che mostrano la sua indifferenza anche alla sua di vita, che non gli importava di essere ucciso, non provava sentimenti verso niente e nessuno…poco dopo lo vediamo seguire un addestramento che gli insegnerà l’uso delle armi, la differenza tra una 38 e una 38 special…come uccidere e come non essere ucciso…come essere un killer.

Lo testano in continuazione, anche quando lo mandano a fare le prime missioni…un test continuo, tests che supera brillantemente, sotto lo stupore di un “grande fratello” che lo segue dall’inizio…

Ogni volta un colpo di telefono, una parola e da qui iniziano le sue missioni che lo portano in giro per l’Olanda e tra le gambe di una bellissima ballerina.

Questa è la trama…film scritto e diretto nel 1972!!!

Mentre lo vedevo mi venivano in mente films, tutti posteriori, con particolari simili nel soggetto, questo non ha fatto che aumentare ancora di più la stima verso il Maestro Scavolini.

Nikita di Luc Besson, una ragazza sbandata, tra droga e rapine finite male, cui la vita aveva solo tolto e dato nulla, senza prospettive se non quella di un’overdose o un proiettile in corpo, viene scelta da un’organizzazione e praticamente costretta a diventare killer…anche lei addestrata nel riconoscere le armi e nel loro uso.

Anche lei killer dormiente fino allo squillo di un telefono e di una voce che le sussurra la parolina che l’accende…

La regia è stupenda, anche se meno originale che in “un Bianco vestito per Marialè”.

Meno originale perché ho visto molto Sergio Leone nei suoi primi piani e ce n’erano molti.

Il resto è puro Scavolini, le inquadrature sempre imprevedibili e con angoli molto espressivi.

Il montaggio molto particolare con l’alternanza tra le immagini dal vivo e quelle dallo schermo del “grande fratello” che lo seguiva.

Un film da vedere.


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