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LA CROCE DALLE SETTE PIETRE regia di Marco Antonio Andolfi

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Spotify     3 / 10  30/11/2018 05:49:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Capolavoro trash di dimensioni cosmiche. Pensavo che dopo aver visto "Il Bosco 1", nulla poteva più sbalordirmi, ma questo film ci è riuscito.
Penso sia una delle pellicole più assurde che abbia mai visto, e, mi ci sono divertito da matti!
La trama vede protagonista Marco, il quale si reca a Napoli per incontrare la cugina. Mentre passeggia per le vie del capoluogo campano, con quella che poi non si rivelerà essere sua cugina, Marco viene scippato della catenina che porta al collo. Per l'uomo, quella catenina è di vitale importanza. perché senza, ad ogni mezzanotte, egli si trasforma in lupo mannaro. Parte allora la disperata ricerca dell'oggetto, ricerca che porterà Marco a scontrarsi con alcuni esponenti della camorra.
Dunque, che dire? Questo film è davvero qualcosa indescrivibile, andrebbe visto solo per capire di cosa si sta parlando.
Intanto, per cominciare, non si può girare un film horror (se così si può chiamare), a Napoli. E' una città troppo solare per farci una pellicola del genere. Quindi, già la scelta dell'ambientazione è ampiamente sbagliata. Ma questo non è niente, solo un dettaglio.
Andolfi mostra tutti i classici stereotipi su Napoli, come, appunto, scippi, larga presenza della malavita e quant'altro. Scelta non certo elegante del regista.
Già la prima scena, è cult del trash: una pseudo-setta satanica, sta consumando un'orgia, mentre un sacerdote invoca il "demone Aborym". Questi nient'altro non è che il chewbecca dei poveri, una figura abbastanza deprimente quanto esilarante. Comunque, il nostro demone, non perde tempo e si unisce alla festa, consumando un rapporto con una delle ragazze li presenti.
Il sacerdote poi, comparirà ogni tanto nel corso del film, non si capisce a quale scopo, facendo sempre delle bizzarre smorfie malefiche.
In tutto questo, facciamo la conoscenza di Marco. La caratterizzazione dei personaggi viene velocemente seppellita: il protagonista del film penso sia uno dei più insulsi che abbia mai visto in campo cinematografico.
Più il film va avanti, è più sembra di star ad guardare non un horror, ma una di quelle serie TV anni 80. Vediamo Marco passeggiare per Napoli in compagnia di una bella ragazza. E per un bel pezzo, la pellicola va avanti così. Poi, dopo che è avvenuto lo scippo, il film si trasforma rapidamente in una specie di poliziesco, con le autorità che aiutano Marco a cercare di recuperare la collanina.
Insomma, sembra di assistere a tutto fuorché ad un horror, almeno fino a quando il nostro Marco incontra un ricettatore, il quale dovrebbe avere la benedetta collanina. Il problema, è che, mentre Marco e il ricettatore parlano, la mezzanotte sta per scoccare e il protagonista si trasformerà in un lupo mannaro. Quando ciò avviene, lo spettatore vorrebbe non credere ai propri occhi...
Pur essendo un film trash, la figura del lupo mannaro dovrebbe essere per lo meno, somigliante a quella di un vero licantropo. Invece, il protagonista, non è nient'altro che un uomo nudo con una pelliccia in testa, probabilmente un gatto morto, e della peluria che gli copre il pacco. Sembra uno scherzo ma è così. Vedere per credere.
Altre scene assolutamente cult, sono quella del sogno di Marco, ovvero una sequenza pseudo-psichedelica dalla durata consistente di 3 minuti, dove un fastidioso colore rosso predomina. Oppure, la seconda trasformazione del protagonista, dove la telecamera è fissa sul suo volto, il quale è perennemente caratterizzato da una smorfia, simile a quella che si fa quando non si riesce a defecare.
Il ritmo è un sali-scendi continuo. Dapprima è molto lento, poi improvvisamente, si susseguono, una appresso all'altra, delle sequenze tipicamente trash e allora c'è da ridere a crepapelle.
Gli effetti speciali, ovvero quelli più sanguinolenti, sembrano usciti fuori direttamente dal cinema degli anni 60. Fantastico, tra l'altro, il modus operandi del lupo mannaro, ovvero far squagliare le vittime col solo potere dello sguardo.
Il montaggio è dilettantistico, per usare un eufemismo. Tra le note da citare assolutamente, c'è quella che vede Marco, una volta tornato essere umano, di nuovo con i vestiti addosso, dopo che, da lupo mannaro, era completamente nudo. Oppure, l'effetto dissolvenza che opera durante le scene delle uccisioni perpetrate da Marco.
Il finale è totalmente senza senso


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La fotografia non esiste, sembra di vedere un qualcosa girato in presa diretta.
Il cast è di gente raccattata per strada, senza la benché minima idea di cosa sia un'espressione. Ed il bello di tutto ciò, è che l'attore che interpreta Marco, è anche il regista.
La sceneggiatura, tralasciando su tutto il resto, ha dei dialoghi che sono poesia pura. Non vi dico altro, vedete il film e capirete di cosa parlo.


Conclusione: signori, qui siamo di fronte al trash del trash. In confronto, un film come "Zombi 3" è un capolavoro del cinema moderno. Per chi è in grado di sopportare pellicole del genere, lo consiglio caldamente. Altrimenti, girate a largo sennò rischiate di non arrivare alla fine della pellicola. Il voto è giustificato dalle risate e dal livello di assurdità, altrimenti sarebbe stato più basso.
Grazie Andolfi.