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MYSTIC RIVER regia di Clint Eastwood

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Marco Iafrate     8½ / 10  30/04/2013 18:41:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ci leggo un collegamento tra il lento scorrere del fiume che dà il titolo al film, ed il lento scorrere dell'esistenza umana. Il primo trascina con sé , nel suo lungo percorso, i detriti delle rocce da cui nasce, la seconda trascina con sé i detriti dell'anima.
Tre bambini giocano per strada a baseball, emulano i campioni, quegli adulti che dovrebbero essere un punto di riferimento per loro, la palla va a finire in un tombino e il gioco si trasforma in noia, che fare? Una certa predisposizione a trasgredire le regole uno di loro ce l'ha e, fallito il tentativo di convincere i compagni a rubare una macchina per farsi un giro nel quartiere, ripiega su una più innocente azione, scrivere i propri nomi su un tratto di marciapiede appena cementato, l'arrivo di una macchina con due uomini a bordo interrompe il "gioco" lasciando il terzo nome scritto a metà, metafora di un'infanzia che andrà a spezzarsi, e stravolge per sempre le loro vite.
Clint Eastwood, come sempre, penetra all'interno del lato oscuro dell'esistenza, e lo fa con gli strumenti che gli sono consueti: Magistrale gestione della fotografia, sceneggiatura solida e un'attenta ed accurata scelta degli attori, capaci, in tutti i suoi film, di rispondere alle esigenze del regista Californiano.
La perdita dell'innocenza, l'impossibilità di cancellare il passato, la vendetta e la violenza sono i temi di questo film, bellissimo, dove vengono chiaramente espresse le intenzioni di Eastwood, mostrare gli intricati meccanismi della giustizia (il regolamento di conti, il libero arbitrio, l'indulgenza); indagare all' interno dell'animo umano quando le esperienze di vita inducono ad un percorso anziché ad un altro; confrontare queste esperienze e palesarne le conseguenze.
Il male, in tutte le sue forme, è il filo conduttore dell'intera pellicola, Eastwood lo mostra annidato profondamente nel tessuto della società, anche il salto temporale di 25 anni fortifica la convinzione che è inestirpabile, un quarto di secolo e nulla è cambiato, i segni della violenza sono ancora vivi ed anzi generano ulteriore violenza, la vittima diventa carnefice, parallelamente altre menti disturbate compiono un altro delitto, innescando una reazione a catena, condita di sospetti, ossessioni, propositi di vendetta.
In questo quadro di desolante abiezione, l'amore ne esce inesorabilmente sconfitto, schiacciato dal pesante maglio della violenza non riesce a trovare respiro, la progettata fuga d'amore dei due ragazzi viene annientata dalla crudeltà del destino, un destino però generato dall'uomo, unico responsabile dei mali del mondo.
E' emblematico come il regista abbia volutamente giocato con l'incertezza degli eventi, quello che appare scontato non lo è (ne fa le spese la moglie di Davie), sottolineando le debolezze dell' uomo di fronte a situazioni più grandi di lui e ricordandoci che la rabbia ed il dolore non restituiscono una condizione precedente, nessuna soluzione avrebbe ridato serenità a Jimmy, il fardello della responsabilità di padre rimane, nessuna consolazione, quando si vive di violenza si devono fare sempre i conti con essa, non c'è scampo, è forse questo il messaggio che vuole trasmettere questo drammatico ma bellissimo film.