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KILL BILL - VOLUME 1 regia di Quentin Tarantino

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gerardo     10 / 10  04/11/2003 00:19:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"I'VE SEEN THE FUTURE, BROTHER: IT IS MURDER" (L.Cohen)
Parla con lei. Nella stanza d'ospedale in cui si è appena risvegliata dal coma, Uma Thurman si scopre oggetto del commercio infame del proprio corpo da parte di un infermiere senza scrupoli, che si arricchisce vendendola al maniaco (o laido) di turno. Questa scena, resa col dovuto distacco, ribalta in senso crudamente realista la prospettiva assolutoria alquanto ipocrita del film di Almodòvar, restituendo - anche se ironicamente - alla Storia tutta l'abiezione di quell'atto criminale.
The Thurman Show. Nel Dizionario Mereghetti, la Nikita del bellissimo film di Besson viene liquidata vandalicamente come l'ennesima ragazza con la pistola. Per fortuna non si potrà dire la stessa cosa della Sposa di Tarantino. La semplicissima - eppur perfetta! - sceneggiatura di Kill Bill, oltre a calzare sulla "crucca" come la sua tuta gialla, propone la tragedia di una donna - quasi fosse stilizzata a mito - ferita nel corpo e negli affetti e violata nella sua prerogativa più eminentemente femminile come la maternità, senza per altro nulla concedere alla facile tentazione della "pornografia", così gratuitamente abusata oggi al cinema. E la semplicità della sceneggiatura appare come non mai funzionale al discorso di Tarantino sul cinema: Kill Bill, film d'azione e spettacolare, è probabilmente il film più concettuale, "impegnato", sottilmente filosofico dell'autore; di sicuro uno dei più metacinematografici visti negli ultimi anni. Kill Bill è uno splendido saggio illustrato sul cinema, quasi una probabile risposta, aggiornata al nuovo secolo, alla domanda di Bazin su cosa è il cinema. Attraverso quest'operazione "transgender", Tarantino decostruisce i generi - e tout court il cinema - per poi reinterpretarli con un formalismo estetico - mai troppo compiaciuto, mai troppo " formale" - di sapore caravaggesco e di straordinaria potenza visiva e visionaria. Cinematografica, appunto. La suddivisione in capitoli, ormai vezzo di Tarantino, è l'equivalente narrativo del sezionamento analitico dei generi operato in Kill Bill, vero sommo "pulp fiction". Per certi versi, poi, Kill Bill richiama alla mente "Il ritorno di Cagliostro" di Ciprì e Maresco, altro film sul cinema, sulla scomposizione di un cinema già decomposto... In attesa che la nostra Giuditta affronti Oloferne, va sottolineato un altro passaggio caro a Tarantino, il rapporto, cioè, adulto/bambino già presente in Pulp fiction e qui riproposto in chiave "matrilineare", anche se meno consolatoria e decisamente più sanguinaria.
Invia una mail all'autore del commento Blow__  04/11/2003 21:54:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
complimenti per il commento, peccato che nn sia tuo....se vuoi ti posto il sito da dove lo hai copiato!!!! nn preoccuparti nn dirò nulla a nessuno.....:-)
gerardo  05/11/2003 13:32:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
beh, sì, m'interesserebbe saperlo. Almeno controllo! :)
Simone  05/11/2003 08:46:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
AH AH AH AH! Sei grande Blow!! In effetti mi pareva che fosse una recensione da classico critico cinematografico piena di accostamenti privi di significato ("formalismo estetico di sapore caravaggesco" associato alle immagini di Kill Bill non vuol proprio dire nulla) o neologismi tutti da verificare ("metacinematografico"). Insomma, la solita pomposa e virtuale dimostrazione di cultura fine a se stessa.
Manuela  04/11/2003 22:53:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma dai!?! Dici davvero? Che strana la gente...
Invia una mail all'autore del commento Barda  05/11/2003 00:45:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Prima di vedere un film, leggi tutto al riguardo ? Io odio apprendere notizie extra ... anche se si dovesse trattare di Meripoppins.
Manuela  05/11/2003 11:01:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non ho capito se la tua domanda era rivolta a me! ;-)
Invia una mail all'autore del commento Barda  05/11/2003 22:18:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
STRANO. Stanotte la parola odio era censurata (mi ero un attimino incavolato)... vabbè. Ti chiedevo soltanto se leggi recensioni riguardanti un film prima di vederlo. A me non piace farlo, preferisco vederlo non conoscendo neppure la trama... ma non sempre è possibile. Manuela, ami le sorprese o preferisci, in qualche maniera, saziare la curiosità in anticipo? ciao
Invia una mail all'autore del commento Barda  05/11/2003 00:46:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
mi censurano la parola Odio !?
Invia una mail all'autore del commento Barda  05/11/2003 00:51:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
io odio... tu odi... egli odia... noi odiamo... voi odiate... essi odiano ! quindi " armadio" non si può dire ?? e "radio" ???
gerardo  05/11/2003 20:24:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non c'è nulla di più mortificante e avvilente per l'uomo e il suo intelletto che l'essere accusati d'inautenticità. E' come vedersi misconosciuta la propria stessa identità e, nel contempo, essere accusati d'impostura. Ma lungi dal farne un dramma personale, dire che non ho copiato ciò che ho scritto su Kill Bill, oltre che apparire ridicolo, m'interessa poco, e non certo per malafede: in ogni caso non ne ricaverei nulla e, non potendo dimostrare il contrario (citando Pasolini: "non ho le prove"), mi adeguo allo spirito del forum e la prendo a ridere. Del resto va accettata e compresa la ludicità del contesto: questo forum è un po' come un'arena, anzi, per restare in tema cinemamatografico, un "Fight Club" della parola, assolutamente virtuale, dove le regole fondamentali sono "sfogarsi", "menarsi"... ed evitare di fare il pacifista riflessivo... :)
Chè, in effetti, leggere i commenti di questo forum è divertente e "istruttivo": bellissimo quello di MANUELA ["Dici davvero? Che strana la gente...]: è l'equivalente - e l'emblema - della gogna, la voce del popolo che si alza indignata e sprezzante contro il "mostro" appena scoperto, anche se presunto. Quasi un archetipo delle reazioni umane di fronte alla "colpa". Che dire? Questo forum è meglio di un manuale di antropologia! :)
PS: Quanto allo sfoggio di cultura fine a se stesso (premesso che non sono un pozzo di scienza, ahimè!, e che cerco di utilizzare le mie poche conoscenze al meglio delle mie possibilità), ritengo che la critica sia di per sè un esercizio pressochè inutile (una buona recensione può servire - involontariamente - tutt'al più a invogliare qualcuno a vedere un film che forse non avrebbe mai visto) e quindi assolutamente ludico, di puro piacere.
PPS: il "caravaggesco" si riferisce all'esaltazione di dettagli violenti ed efferati come, ad es., in "Giuditta e Oloferne", dipinti sia di Caravaggio che di Artemisia Gentileschi, sua epigona... ; "metacinematografico" è il cinema che parla di cinema, detto terra terra.
Simone  06/11/2003 12:37:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bravo! 7+!
Ti chiedo umilmente scusa se ti ho costretto a parlare "terra terra" (deve essere stata una esperienza estenuante), ma almeno adesso so cosa vuol dire "metacinematografico". Ed io che credevo che Kill Bill parlasse di vendetta ed arti marziali!!! :-) E invece é cinema che parla di cinema! Una specie di corso serale di tecniche registiche? Scherzo, ovviamente.
Il formalismo estetico che menzionavi e a cui mi riferivo, avevo sempre creduto fosse l'inscurimento degli sfondi, un chiaroscuro esasperato per drammaticizzare il soggetto del dipinto (i dettagli violenti sono soggetti, non formalismi) e suscitare nell'osservatore un senso di tregenda, un'ansia interiore. Non mi sembrava che questo avesse molto a che vedere con scene di lotta con la spada estremamente vorticose e surreali al punto che qualcuno le ha interpretate come ironiche parodie. Capisci quale era il mio dubbio?
Premetto che non ce l'ho con i colti, le persone forbite nel linguaggio e ricercate nei collegamenti, anzi...c'é sempre da imparare. Mi sembra solo un contesto un po' fuori luogo (si parla di Tarantino, insomma) per citare Caravaggio, lanciarsi in dietrologie avventurose o conversare in modo così "aulico" e manierato. Il registro appropriato al contesto é importante quanto quello che si dice, perché denota intelligenza, capacità di valutazione e confronto, e spirito di adattamento. Ti preferisco nei P.S., quando parli "terra terra": sei più appropriato e cortese, ti lasci avvicinare di più, accetti il contraddittorio senza ergerti al di sopra degli altri (questo é un forum, non un'aula universitaria, mi spiego?). Detto questo ti saluto con affetto (sincero).
Invia una mail all'autore del commento Blow__  06/11/2003 16:37:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
mi sa che Gerardo si è fumato la super skank.....allucinante
gerardo  06/11/2003 21:57:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Purtroppo la sto cercando ancora! No, dico sul serio... Se ti passa per le mani fammi sapere! Anzi, sto cercando anche l'assenzio, vietato in Italia (non in Inghilterra), ma in vendita clandestinamente. Chiunque abbia notizie in merito si faccia vivo. Ciao :)
Invia una mail all'autore del commento Barda  07/11/2003 00:38:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
assenzio??? mi manca... oh cos'è ?
gerardo  06/11/2003 22:45:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io credo che si debba parlare solo quando si abbia veramente qualcosa da dire. In questo caso, siccome Kill Bill mi è piaciuto molto, m'è venuto spontaneo scrivere quelle cose e in quel modo. Non credere che vada in giro a tenere lezioni di linguistica pure dal salumiere o dal barbiere (chè tanto non ne sarei all'altezza). Però credo anche che ogni tanto ci si debba far prendere dal piacere della parola e della sua musicalità, dalla sua forma, anzi, dalle sue molteplici forme (senza perdere di vista i contenuti, ovviamente!!!). Tutto qui: puro piacere per le parole (tanto per tornare sul discorso del ludico). E mettere insieme un discorso che appaia quantomeno decente non lo vedo necessariamente come un erigersi al di sopra degli altri. Non c'è nulla di offensivo, credo. Se poi ho scritto quelle cose su Kill Bill è anche perchè mi piaceva rendere il giusto omaggio a Tarantino (per quella che può essere la mia particina), uno degli autori più fraintesi degli ultimi 10 anni. A me sembra uno dei registi più intelligenti e raffinati in circolazione, quindi accostarlo a dei grandi pittori rinascimentali - anche solo per piccoli dettagli - non ritengo sia così sacrilego. Poi è evidentissimo che in Kill Bill ci sia molta parodia dei generi (tranne che per Sergio Leone, verso il quale ha mostrato davvero grande rispetto nella scena del duello finale). Ma il grottesco è più o meno la cifra stilistica di Tarantino: la scena dell'idiota che cerca suo marito dopo la carneficina nel locale giapponese e scivola sul pavimento sporco di sangue, pieno di cadaveri e arti mozzati, è straordinaria in questo senso. Il concetto di formalismo è legato, penso evidentemente, alla perfezione estetica di Kill Bill. Si può discutere sulla forma del film, d'accordo, ma non sulle parole. Vabbeh... Ricambio il saluto "garbato".
MiaWallace  07/11/2003 20:42:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro Gerardo, ho letto il tuo commento ed è scritto veramente bene. Premetto che io non ho ancora visto questo film (ma voglio andare uno di questi giorni), quindi la mia domanda si basa semplicemente su quello che ho letto in questo spazio: non pensi che, nella formulazione di un discorso retorico valido, sia importante il pubblico al quale ci si rivolga? Mi spiego meglio: poichè sto seguendo in questi giorni all'università un corso di poetica e retorica, ho appreso che una delle regole fondamentali del discorso argomentativo è quella di tener conto dell'uditorio, delle caratteristiche del pubblico al quale un retore necessariamente deve rivolgersi. Tenendo conto di questo fatto e del fatto che la tua critica del film dovrebbe essere rivolta, per essere tale, ad un pubblico universale, di massa, e non di nicchia, e che per questa ragione l'uso di figure retoriche e riferimenti colti appare eccessivo o comunque inadeguato, ti pongo questa domanda: nel gioco linguistico e retorico in particolare, che rapporto sussiste tra l'oggetto della conversazione e il registro linguistico da utilizzare? Sarei molto grata di ricevere una tua risposta! Ciao!
Invia una mail all'autore del commento Holly  08/11/2003 15:05:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
PS:grande nick.

PPS:perchè la sua critica deve essere pensata per un pubblico universale?Questo sito parla di cinema,si suppone che chi legge i commenti sia soprattutto un appassionato di cinema (ALMENO appassionato),e tra tutti gli appassionati ci sarà qualcuno che si può dire faccia parte di un pubblico "di nicchia".Perchè 1 persona non può pensare di rivolgersi a questo qualcuno?In fondo la sua non è una recensione per un giornale (nel qual caso avrebbe dovuto davvero usare meno termini colti e meno retorica eccetera),è solo la sua opinione,una critica personale,non dedicata a un pubblico.
Per curiosità,che studi fai?Bello il corso di poetica e retorica!Te lo chiedo perchè io studio materie scientifiche e a volte mi mancano queste meraviglie umanistiche..
MiaWallace  08/11/2003 19:14:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie! :-)
MiaWallace  08/11/2003 19:18:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il grazie era x il nick...per il resto beh, la mia era una domanda "provocatoria" nel senso che mi aveva molto interessato il suo modo di scrivere ma lo ritenevo un po'fuori luogo, perchè il contesto della chat su internet dovrebbe essere sì un contesto di amanti di cinema, ma giustamente non per forza di amanti della pittura, della retorica o della poesia. Intendevo quindi esprimere le mie perplessità sull'uso di un linguaggio così alto, tenendo conto del contesto di familiarità e di amicizia, di scambio ameno di pareri, che c'è in questa chat. Comunque il problema del linguaggio e del contesto è molto interessante, spero di risentire vostre idee. Ciao!
MiaWallace  08/11/2003 19:20:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ah, dimenticavo, non ti ho risposto riguardo al corso che sto seguendo. Studio filosofia all'università, e appunto frequento un corso molto interessante per dare l'esame di Poetica e Retorica. Spiegano le caratteristiche dell'argomentazione in base alle figure retoriche o al testo in prosa.
Invia una mail all'autore del commento Holly  08/11/2003 14:58:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
cioè ha fatto lo sborone?
gerardo  08/11/2003 17:56:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Innanzi tutto ti ringrazio per il complimento. Bello anche il nome: se vedrai Kill Bill probabilmente ti verrà di aggiornarlo a "Black Mamba", che fa ancora più effetto... Alla tua prima domanda forse ha già risposto Holly, in un certo senso: che non sono stato troppo a pansare all'uditorio e ai probabili "fruitori"/destinatari del commento, quando l'ho scritto. In quel momento sentivo di dover dire delle cose e le ho dette (in quel modo). Quando ho trovato questo sito - non essendo un abituale frequentatore di forum web - non avevo l'esatta percezione del "pubblico" e non ho pensato a come esso potesse essere, se colto, di nicchia, o di massa. Ho scritto e basta (principalmente per un fatto personale). Alla tua seconda domanda, sinceramente, non saprei darti una risposta "manualistica". Al massimo, una del tutto personale: credo che dipenda dal grado di coinvolgimento emotivo che l'oggetto della conversazione suscita in ognuno di noi. Per farti un es. banale, se sono innamorato di una ragazza, probabilmente troverò in lei delle qualità formidabili che me la rendono unica al mondo e pertanto esprimerò i miei sentimenti in maniera adeguata - cioè nel modo più "bello" e "poetico" che posso, cioè ancora, utilizzando un registro linguistico "alto". Questo, ovviamente, non vuol dire che di una ragazza che non m'interessa parlerò come un cafone. Certo, il contesto in cui questo rapporto si sviluppa è fondamentale. Al bar dello sport non andrò dicendo che la tal ragazza che io adoro è paragonabile alla Venere di Milo o alle figure femminili del Botticelli, perchè rischierei una bicchierata in fronte e l'ilarità degli avventori. Penso che sia un fatto molto relativo. Sì, relativo al contesto, soprattutto. D'altronde, per ritornare al cinema, se un film non ti ha suscitato grandi emozioni, non ti viene granchè da dire. Ciao!
MiaWallace  08/11/2003 19:30:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sul fatto del conivolgimento emotivo dici qualcosa di molto interessante e di incriticabile: è chiaro che più un soggetto suscita in noi ammirazione e sensazioni, più ci sforzeremo di dipingerlo come meraviglioso, e di descriverlo in modo artistico, encomiandolo, esaltandolo, rendendogli onore con le nostre parole. PEr questo motivo il tuo commento al film non è certo criticabile in sè, ovvero dal punto di vista del testo preso come lettura, come sfogo intimistico (e forse era proprio questo il senso delle tuo commento) .Ma dal momento che il tuo testo è inserito appunto in un preciso contesto, quello di un forum aperto a tutti, in cui si parla di cinema in modo amichevole e spontaneo, mi è sorta appunto la perplessità che fosse inadeguato a tale contesto "ameno" e informale. Questo anche e soprattutto perchè, come potrai aver letto sopra, seguendo un corso sulla retorica, mi domandavo se dal punto di vista retorico la tua fosse una buona argomentazione. E la mia conclusione è: stilisticamente è perfetta, retoricamente rischia di non essere troppo convincente (persuasiva, scopo finale di ogni discorso retorico) per il problema, appunto, del contesto "universale" a cui si rivolge. Fammi sapere cosa ne pensi! Ciao!
gerardo  10/11/2003 14:10:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Uhm... il fatto che il forum sia "universale" non implica necessariamente - secondo me - l'utilizzo di un registro linguistico "basso". Non mi sembra che esistano delle regole scritte ben precise sulla "retorica", in questo forum. Il "pubblico", singolarmente, è libero di leggere quel che vuole, se è interessato, altrimenti ignora il mio commento. C'è differenza, poi, tra un forum sul cinema e il "bar dello sport", proprio perchè, come hai detto tu, il contesto sul quale stiamo discutendo ha un carattere più universale, quindi ci sarà la ragazza che come te studia filosofia e recepisce ogni tipo di messaggio, e ci sarà qualcun'altro a cui semplicemente non gliene fregherà più di tanto impegnarsi a leggere due concetti un po' più elaborati. Qui non è importante solo il contesto, ma è anche una questione di scelte: leggo se m'interessa o se sono curioso; non leggo se non ne ho voglia, ecc. E' evidente che la questione della "scelta" non s'accorda poi tanto con lo scopo finale della retorica, cioè il risultare convincente. Ma forse non interessa nemmeno a me esserlo... Ciao, G.
MiaWallace  17/11/2003 20:18:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Certo, hai ragione. La mia era un'osservazione particolare, motivata appunto dal fatto che proprio in questi giorni sto studiando come il campo della retorica oggi si sia esteso in maniera esponenziale, per esempio alla pubblicità...mi divertivo, dunque, a mettere un pizzico di retorica anche in una recensione cinematografica, mi piaceva pensare che quest'ultima dovesse essere convincente, invogliare a vedere il film. Con questo non volevo assolutamente dire che in questo forum il registro linguistico dev'essere necessariamente basso, come del resto è facoltativa la lettura di una recensione o di un'altra. Alludevo, implicitamente, anche al fatto che in un contesto amichevole ma pungente come quello che si respira in questo forum, recensioni colte come la tua vanno inevitabilmente a creare scompiglio, e questo è proprio il bello! Nel senso che per la loro particolarità e -implicita- altezzosità (non prenderla come un'offesa, ma sono convinta che è così che normalmente vengono percepite dai più), determinano commenti, critiche, obiezioni. E con questo vorrei concludere che in fondo è un bene che ci siano commenti come il tuo, che sussistano una pluralità e una varietà di punti di vista, di interpretazioni del medesimo film, di registri linguistici. Senza il tuo commento, non saremmo qui a discutere, dunque la tua recensione ha funzionato, ha destato stupore, è stata spunto per conversazioni. Complimenti, per questo! Ciao!
gerardo  18/11/2003 16:55:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cara Mia, ti ringrazio ancora per i complimenti. Due giorni fa ho ricevuto un sms da un mio amico che aveva appena visto Dogville di Von Trier. Te lo riporto perchè è fantastico:<< "Dogville" capo-lavorio: detournement psicovisivo et realizzazione della perenne lotta tra logos e nomos! >>. Anzi, quasi quasi lo riporto nel forum su Dogville, a cui avevo dato 10, ma senza commento se non tre punti esclamativi (non avevo parole), e l'hanno cancellato dalla pagina - chissà perchè?. Ciao!

PS: "capo-lavorio" non è un errore di battitura: immagino si riferisse all'artigianalità del film...
Manuela  07/11/2003 12:26:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi spiace che il mio commento sia stato avvilente Gerardo. In effetti era più che altro un'esclamazione di sorpresa per una rivelazione infondata. E non avendo la possibilità di verificarne la fonte, la mia osservazione era di carattere generale ("Quanto è strana la gente" era riferito tanto all'accusato quanto all'accusatore!).
Detto questo, aggiungo anche che a me piace il tuo "esercizio linguistico", che trovo quasi totalmente condivisibile la tua opinione su Kill Bill e che fà piacere leggere anche commenti che sottintendano un vocabolario più ricco dei convenzionali 15 termini tanto in auge in questa arena!
Inoltre concordo pienamente sul fatto che di tutte le citazioni presenti (tra l'altro accuratamente dettagliate dallo stesso Tarantino in una recente intervista), i riferimenti a Sergio Leone siano gli unici a non possedere carattere parodistico.
Ciao, Manu;-)
gerardo  08/11/2003 18:14:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non c'è problema per l'"accusa"... :) Come ho già detto, era pure simpatica e divertente. Beh, mi fa piacere che tu condivida quello che ho visto e sentito in Kill Bill. Proprio ieri ho trovato su Kataweb alcune recensioni a Kill Bill di alcuni dei maggiori critici italiani (Crespi dell'Unità, Porro del Corriere, Nepoti di Repubblica e Tullio Kezich) ed è stato molto più avvilente leggere i loro commenti (tutti negativi): di una stupidità disarmante! Non dico che tutti la debbano pensare come me, ma un critico che scrive su un quotidiano di una certa importanza non può prendersi il lusso di non capire o, peggio ancora, di remare contro consapevolemente e deliberatamente. Sfiorando, peraltro, il ridicolo! Erano degli "attacchi preventivi" con vera spocchia intellettualistica, di chi vuole elevarsi rispetto non tanto alla "massa", ma all'altra critica "cinefila" che adora e osanna Tarantino. Non c'è stato uno di quei critici che abbia argomentato adeguatamente il motivo della stroncatura di Kill Bill... Vabbeh.. è uno sfogo personale... :) Ciao, G.
Manuela  11/11/2003 01:17:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come darti torto Gerardo? Hai centrato il punto: "attacchi preventivi con vera spocchia intellettualistica". Spesso mi trovo a discutere con altri miei amici cinefili e l'atteggiamento è esattamente quello che tu hai così ben descritto. Potresti linkarmi le recensioni che hai letto su Kataweb?
Grazie in anticipo, Manu ;-)
gerardo  11/11/2003 20:06:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tra le 5 recensioni (stralci) di kataweb, solo quella di Roberto Nepoti, pur tra timorosi dubbi, ha un'approccio positivo (in realtà ci sarebbe anche quella di Marco Giovannini di Panorama, ma non lo conosco e Panorama per me non fa testo, se escludo Goffredo Fofi). Il sito è: www.kataweb.it/cinema/recensioni.jsp

A proposito di Fofi: sono troppo curioso di leggere la sua recensione che mi hanno detto essere feroce. Ciao, G. :)
Invia una mail all'autore del commento Blow__  06/11/2003 11:04:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ma chi sie la rincarnazione di Dante
Invia una mail all'autore del commento Barda  07/11/2003 00:35:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
dante s'è RINCARNATO... e la mia unghia s'é REINCARNATA...
Anniston  04/11/2003 11:27:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non ho mai letto una recenzione così colta! Complimenti!

gerardo  04/11/2003 20:01:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazzie! T'es gentille
Invia una mail all'autore del commento panizzi  04/12/2003 13:19:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tarantino, forse inconsapevolmente o forse solo come conseguenza incidentale di correre dietro alla sua voglia di essere semplicemente così , trasmette il senso che le cose si possono vedere da molti punti di vista. Il processo di destrutturazione di cui parli per me è questo: i delinquenti di Pulp Fiction ti tirano dentro la loro logica, te ne sei accorto? Allora mi chiedo, perchè quando si guarda un film non si parla di vita? Se guardando un film che parla del cinema, noi che lo guardiamo, dopo parliamo di cinema, facciamo metametacinema. Ma il cinema serve a parlare di cinema? In passato ho avuto l'hobby della fotografia e molti dei miei coappassionati invece che suggestionarsi delle immagini che realizzavano loro o gli altri parlavano di macchine fotografiche e di zoom. Quella mica è fotografia! non credi?
gerardo  08/12/2003 17:27:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Certo che il cinema serve a parlare di cinema! La grandezza di quest'opera di Tarantino sta proprio nella e sulla "superficie", il discorso sui generi, proposto dal regista. Tantissimi film parlano di cinema: ultimamente, in modo molto evidente, "Il ritorno di Cagliostro" e "The dreamers". Ma anche un film come "Apocalypse Now" (gli anni '70 sono un fioccare di film metacinematografici), per esempio, parla del cinema (e della società dello spettacolo): cinema come operazione bellica e guerra come modello spettacolare/cinematografico: nella seq. dell'arrivo in elicottero di Willard e del colonnello surfista al villaggio "teatro" di battaglia, un cineoperatore (FF Coppola) affianca i due e li invita a "fare come se stessero in guerra", a recitare se stessi cioè. E si era nel bel mezzo di un bombardamento... Più metacinema di così!

Invia una mail all'autore del commento panizzi  08/12/2003 22:14:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sai Gerardo perché penso di avere ragione io? Semplicemente perché i tuoi commenti sono noiosi e non fanno immaginare niente. Sono fini a se stessi. Si chiudono in un circuito tecnicistico che costituisce la parte molto meno nobile dell'espressione creativa. In un romanzo si possono riconoscere gli stili, ma se ti accontenti dell'appagamento che può darti la decodificazione dello stile ti perdi la letteraura. E se il cinema corrispondesse alla tua visione pseudo tecnico-competente avremmo finito di imparare. Avremmo finito di emozionarci per cose nuove e per ciò che esse ci fanno muovere nella testa e nel cuore. Così preso a parlare di zoom non mi pare che tu riesca a cogliere la bellezza di una fotografia.
E poi guarda, i film non parlano di cinema, semmai lo usano.
gerardo  12/12/2003 13:07:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se i miei commenti sono noiosi perchè perdi tempo a leggerli e a rispondere? Tanto poi non li capisci nemmeno.
Invia una mail all'autore del commento panizzi  12/12/2003 18:43:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Hai ragione, perdo tempo. Ma non per ciò che avevi scritto prima: per quello che hai scritto ora. Lo capisco ciò che scrivi, stai tranquillo. Probabilmente sei tu che non capisci di cosa parlo io. Ti facevo un po' più intelligente: accademico, questo sì e un po' noioso... anche questo, ma più intelligente.
Ti saluto con simpatia.
gerardo  13/12/2003 13:47:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ricambio il saluto