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KILL BILL - VOLUME 1 regia di Quentin Tarantino

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addicted     9 / 10  01/06/2007 16:43:58 » Rispondi
Scrivo questa breve recenzione indotto dalla recente bocciatura del cinema italiano da parte di Tarantino.
Il cinema dell'autore di Pulp Fiction non è la perfezione e non sono tra quelli che lo considerano un genio assoluto. Infatti credo che i suoi film siano dei bellissimi giocattoli, arte suprema dell'intrattenimento, tuttavia mi piacerebbe vedere Tarantino mettere la sua tecnica prodigiosa al servizio di una idea, qualunque essa sia.
Detto questo, si deve ammettere che Tarantino è il campione assoluto dello svago cinematografico, che si manifesta attraverso i film di genere: il poliziesco, l'horror, il western. Solo lui è capace di fondere questi generi ottenendo una materia esplosiva che, sotto il suo controllo, tiene letteralmente con il fiato sospeso lo spettatore. L'unico atteggiamento possibile di fronte ai film di Tarantino è spegnere il cervello, aprire bene gli occhi e le orecchie e rimanere per tutto il tempo a bocca aperta per lo stupore.
E' un cinema che si colloca tra il manierista (citazioni) e il barocco (arte della meraviglia), in un tripudio di suoni e di colori.
Voglio fare un appello: chiedo cortesemente a tutti i sostenitori del cinema d'autore di vedere Kill Bill vol. 1 senza preconcetti.
Terminata la visione, fate un esperimento: spegnete il televisore, ripassate nella vostra mente le immagini che avete appena visto, poi pensate al cinema italiano.
Avete fatto?
Lo so, è una esperienza sconvolgente.
Se postuliamo che il cinema di Tarantino è una delle frontiere del cinema contemporaneo (non la sola e neanche la migliore), ne consegue che il cinema italiano è morto. E si sta decomponendo davanti ai nostri occhi.
A mio parere gli unici autori ancora vivi in Italia sono Moretti, Martone, Sorrentino, Bellocchio e Olmi. Solo che Moretti è in crisi, Martone si è dedicato al teatro, Sorrentino ancora non ha dimostrato nulla, Bellocchio è vecchio e Olmi ha smesso di lavorare quest'anno. Il resto non esiste.
E Tarantino sul cinema italiano ha perfettamente ragione.