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I CANNIBALI regia di Liliana Cavani

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gianfry     10 / 10  26/06/2011 21:10:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una Milano livida, grigia e spettrale, con cumuli di cadaveri sparsi per le strade umide fa da apocalittico scenario a questo autentico capolavoro del cinema politico italiano post '68. Girato nel 1969, I CANNIBALI esce in un periodo estremamente interessante e prolifico per questa tendenza cinematografica assieme al simile filone post-atomico che vedrà in quell'anno la nascita di altre due opere di gran rilievo, dirette da Marco Ferreri: DILLINGER E' MORTO e IL SEME DELL'UOMO, quest'ultimo comunque, molto più vicino a I CANNIBALI per il tema trattato di denuncia al sistema. La Cavani rielabora il mito greco "L'Antigone di Sofocle" contestualizzandolo nell'era moderna, focalizzandolo al centro di quel preciso periodo di rivolta, liberazione e cambiamenti che fu la fine degli anni '60. Tiresia, il ribelle protagonista maschile interpretato da uno straordinario Pierre Clementi in cappotto nero e sciarpone rosso al collo, icona di un potenziale visivo impressionante, appare come un Messia venuto da chissà dove (parla una lingua sconosciuta) per sovvertire all'assurda regola dello Stato che proibisce tassativamente (pena la carcerazione e in casi estremi la fucilazione) di toccare e rimuovere i cadaveri dei contestatori (individui che hanno rifiutato i condizionamenti della cosiddetta società civile, e annientati per disturbo all'ordine e alle sue leggi) dalle strade. Della situazione approfitta la giovane borghese Antigone (Britt Ekland) che, contro il volere della famiglia, si fa aiutare da Tiresia per portare via il corpo del fratello e poterle dare una degna sepoltura. Da questo momento in poi, i due "ribelli" decideranno definitivamente di trasgredire alle regole, cominciando a rimuovere più corpi possibili, con il risultato di essere continuamente inseguiti dalle forze dell'ordine, con tanto di pastori tedeschi al guinzaglio

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER e venire naturalmente acciuffati e studiati come esseri appartenenti ad un altro pianeta, in alcuni momenti di provocatoria denuncia contro i metodi repressori e violenti usati dalla polizia.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER Conflitti tra padri e figli emergono anche nelle sequenze che vedono il bravissimo Tomas Milian nel ruolo di Emone, figlio del primo ministro, il quale decide di ribellarsi al vecchio ordine costituito per regredire allo status di animale.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER Finale in tragedia come da copione naturalmente, ma che in realtà lascia spazio ad uno spiraglio di speranza per le generazioni future...
Come nel grottesco THEMROC di Claude Faraldo (che con I CANNIBALI ha molto in comune), La Cavani rifiuta ogni accento dialogico e sceglie di raccontare soprattutto per immagini, immagini spettacolari in cui la ferocia del sistema diventa una lucida allegoria sconfinante in potenti momenti surreali: il prete che benedice i corpi riversi a terra, seguito dall'autobotte che innaffia le strade; la sequenza della sauna; la chiesa dove entrano nudi Antigone e Tiresia e la colomba che quest'ultimo libera dal tabernacolo dell'altare facendola volare via: chiara ed esplicativa immagine contestataria della voglia giovanile di liberazione da un governo e una classe dominanti. Come sempre grandissime le musiche del Maestro Morricone dirette da Bruno Nicolai e da ricordare anche l'incisiva canzone che viene suonata nella scena all'interno del manicomio: "Vorrei trovare un mondo", cantata da Dania Colombo e scritta da Gino Paoli.


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