logical 7½ / 10 03/02/2007 03:52:29 » Rispondi Lars von Trier continua a dimostrare un'indipendenza mentale contagiosa; fa quello che vuole, come i veri bambini. Se è serio è serissimo, tragico, greco, si affonda di lacrime; se è supponente e irritante s'inventa tutte le regole di un gioco che nemmeno lui rispetta, si trastulla col dogma e ride di chi lo segue; se è semplicemente cattivo e tagliente s'inventa una saga, contro l'America o contro le democrazie e i vari gradi di ipocrisia che le compongono; se è stanco e ha voglia di ridere, gioca alla commedia barocca, a "facevamo che io ero..." e a tutte le sue digressioni à la Bretécher. Senza mai essere irritante, riesce a contenere la sua solita violenza applicata al potere e tutto scorre come fosse il racconto che abbiamo sentito mille volte da chi lavora in ufficio. La pantomima del capo - facevamo che io ero il capo, anzi, il capo del capo - si scontra con il tormentone dell'autunno in campagna e del nervosismo che crea l'incredibile umlidità... Bello e sottile come un disegno fatto nelle pause tra i quadri antichi.