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THE PRESTIGE regia di Christopher Nolan

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kafka62     8 / 10  18/04/2018 10:24:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una sfida all'ultimo trucco, senza esclusione di colpi: è quella che ingaggiano due illusionisti, Borden e Angers, nella Londra vittoriana di fine Ottocento per affermare la loro supremazia, a scapito del rivale, in quel campo affascinante e ambiguo che è la magia. Ciò che li muove non è però una mera ambizione di successo, bensì una dedizione maniacale e fanatica al mestiere e la volontà, perseguita ad ogni costo, anche e soprattutto con metodi illeciti (come lo spionaggio o il furto di diari altrui, fino a giungere addirittura all'omicidio) di andare oltre le frontiere del razionale nella capacità di meravigliare il pubblico con la loro arte. Quella che Nolan racconta, a partire da un romanzo di Priest e con uno stile raffinatamente complicato che ricorda quello di "Memento", è una storia avvincente e ricca di colpi di scena. Alla fine non si arriva a capire chi tra i due è il personaggio positivo e chi quello negativo, tanti sono i rovesciamenti di prospettiva cui la virtuosistica sceneggiatura obbliga lo spettatore, e questa sovrana ambiguità si sposa a meraviglia con l'essenza dell'illusionismo, in cui la verità è quanto mai opinabile e sfuggente. Se da una parte Angers non esita a far condannare al patibolo Borden con una falsa accusa di omicidio, dall'altra quest'ultimo è il più spregiudicato nel sacrificare alla sua professione chiunque gli stia intorno, compresa la devota moglie Sara. Il regolamento dei conti finale, nel quale tutti i complessi fili della trama vengono tirati dal regista per giungere ad una soluzione chiarificatrice che, per quanto sorprendente, risulta estremamente semplice e lineare, lascia in vita solo Borden, ma è fortemente dubbio che si possa veramente parlare di un suo trionfo, e ancor di più affermare che a lui vadano le simpatie dello spettatore.
Lo scioglimento inopinato dell'intreccio fa scivolare sullo sfondo il tema della magia – vera o presunta – per lasciare invece in primo piano – tra sosia, cloni e gemelli – quello dell'identità dell'uomo. E non è un caso che anche in un altro grande film dell'anno, "The departed", i protagonisti siano costretti a dissimulare la propria vera identità per tutto il film, con tutti i problemi psicologici che ciò comporta, per portare a termine il loro lavoro. E come nella pellicola di Scorsese i punti oscuri venivano illuminati dalla inattesa scoperta che, oltre a Colin e Billy, esistevano altre due talpe all'interno della polizia e della banda di Costello, così in "The prestige"

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER a far tornare i conti della storia. Storia che Nolan tira fino al limite estremo della verosimiglianza, senza mai apparire – come spesso accade al cinema quando le promesse narrative superano di gran lunga la loro capacità di essere esaudite – sconclusionata o ridicola. Se proprio un appunto si può fare al film è che, se esso – per non cadere nel sovrannaturale – demistifica e smaschera la magia, lo fa con il ricorso a una pseudo-scienza (la macchina di Tesla, che ricorda vagamente quella degli esperimenti del dottor Frankenstein) che si può tranquillamente definire fantascienza. In ogni caso gli assunti narrativi del film non vengono mai traditi, anzi la clamorosa conclusione ad effetto valorizza retrospettivamente ogni singola inquadratura che la precede (ad esempio la perplessità di Borden, al limite dell'amnesia, sul tipo di nodo fatto alla moglie di Angers prima dell'incidente mortale nella vasca piena d'acqua, o l'inspiegabile sanguinare delle dita, già curate da diversi giorni, di Borden), dando all'insieme un senso di compiutezza strutturale, che però non esaurisce nella sua perfezione formale i tanti motivi di riflessione disseminati con sapienza in tutta la pellicola.