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UNDO regia di Iwai Shunji

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  08/09/2011 11:09:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lui le regala delle tartarughe al posto del cane che le aveva promesso,lei ci resta male.Lei si toglie l'apparecchio per i denti e lui inizia a faticare nel baciarla.Un paio di piccoli avvenimenti,quasi irrilevanti all'interno di un appagante e spensierato rapporto di coppia.Due apparenti sciocchezzuole che contro ogni pronostico determinano l'impensabile disfacimento di quell'alchimia che unisce Yukio e Moemi.
Iwai riferisce attraverso i nodi di corde e spaghi intrecciati nei più differenti modi le affinità che vincolano due persone nel momento in cui si amano, non limitandosi però ad una rappresentazione metaforica.Moemi infatti impazzisce e comincia ad annodare qualsiasi cosa faccia parte del mondo che condivide con l'amato fino a farsi legare lei stessa, affinchè resti saldamente ancorata a quel sentimento senza che niente e nessuno possa strapparla via.Il regista tramuta l'appartamento dei ragazzi in un intricatissimo labirinto,sostituendo l'iniziale dolcezza con toni tetri,quasi da horror, che sfociano in un claustrofobico incubo in interni.
Una durata maggiore avrebbe forse reso meno frettolosi certi passaggi,al mediometraggio di Iwai è imputabile questo difetto anche se in fin dei conti la concezione del regista,sicuramente sconfortante riguardo il destino dell'uomo giunge intensa.Il finale lascia spazio a diverse interpretazioni,si potrebbe prendere in considerazione anche un ribaltamento dei ruoli con Moemi che considerata l'impossibilità di Yukio di soddisfare il suo simbolico bisogno repressivo intuisce l'inutilità dei suoi sforzi.Pessimista nella sua analisi il regista elegge la solitudine umana come un dato di fatto cui non ci si può sottrarre,con ogni tentativo di rimanere legati che diventa sterile conquista di un'utopica felicità.