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L'IMPORTANTE E' AMARE regia di Andrzej Zulawski

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JOKER1926     7 / 10  26/12/2012 01:23:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non tutti i registi sono fatti della stessa pasta, delle stesse cose; le grandi regie, o perlomeno, quelle munite di importanti personalità, son quelle che si fanno riconoscere a volo dal pubblico.
Nella lista iscriviamo immediatamente Andrzej Zulawski.
"L'importante è amare" è uno di quei film che ricalca il mondo di Zulawski; parliamo di un mondo (cinematografico) di ardua interpretazione riservato a una fascia di spettatori "predisposti" a situazioni intagliate in argomentazioni ermetiche.
Nel film del 1974 appare, fin da subito, nera e totale quell' atmosfera oppressiva, grigia e degente.
Le musiche, le scenografie e la stessa fotografia vanno a creare un circuito di depressione e di follia incredibile. Ma il punto eclatante, di non ritorno, tocca ai personaggi di Zulawski racchiusi in scatole nere ove non esiste un raggio di sole, una via di salvezza.
Sono Romy Schneider, Fabio Testi e Jacques Dutronc gli attori che recitano alla grande nel disegno del regista; la prima, Schneider offre una prova di drammaticità, di rabbia e di dolore.
Dutronc è impegnato invece in una parte glaciale, in essa traspare la desolazione di un uomo suicida.
Fabio Testi invece ricorda, sotto aspetti dell'esteta decadente, Daniele Dominici l'eroe de "La prima notte di quiete" di Zurlini, 1972; Testi agisce più attraverso gli sguardi, si tratta di una grande interpretazione, l'attore italiano è all'altezza della situazione, sempre.
Si ricorda, infine, anche Klaus Kinski, in un ruolo particolare, prova di effetto.
"L'importante è amare" oltre ogni lettura personale del caso è un più che evidente richiamo (totale) all'arte; infatti tutti i protagonisti del film vivono in sfere artistiche, abbiamo in scena attori, attrici, amanti della letteratura e reporter (dediti a fotografie suggestive).
E' l'arte a scandire le esistenze degli uomini e delle donne in "L'importante è amare", ovviamente, a far da sponda nel contesto di Zulawski c'è il sentimento, diretto e trasversale; esso anima le giornate e le menti, esso porta fino alla morte.
Lo spettatore che visiona il film si imbatte dunque in un percorso visivo e di storia alquanto strano e specialmente fuori dagli schemi.

"L'importante è amare" in prosa

La trama iniziale che attornia il prodotto di Zulawski è quella che prevede uno sviluppo sentimentale ed extraconiugale di due persone che (sembrano) piacersi. Questo plot potrebbe sembrare semplice e scontato ma la regia polacca snoda il tutto nel nome di un decadentismo estremo e mortuale.
Cercando di fotografare in modo prettamente "letterale" e narrativa la storia possiamo dedurre le dinamiche di tre persone coinvolte in un triangolo amoroso; oltre questo triangolo si genera la presenza in scena di personaggi secondari ma allettanti. Il finale è praticamente catastrofico; l'amore degenera in morte e il finale è l'ennesimo certificato di un'amarezza di un mondo squallido.
Aldilà del percorso di trama si carpiscono eventi allarmanti e surreali che portano subito in scena il confronto fra l'autore del film e David Lynch. Non dimentichiamo, però, che Lynch a livello di produzione, in gerarchie temporali, succede il primo, ovvero Zulawski.