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LOVED GUN regia di Watanabe Kensaku

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  15/04/2010 14:49:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un killer in fuga e una ragazzina rimasta orfana,due yakuza sulle tracce del fuggitivo,luoghi malinconici,cupi,avvolgono personaggi senza sorriso pronti ad affrontare un destino che non può essere riscritto.Dramma e commedia,sangue e lacrime in questo “Loved Gun”,girato meravigliosamente senza mai scadere in uno sgradevole autocompiacimento.Lo stile adottato impressiona e imprime una forte connotazione personale da parte del regista,incline ad un’enunciazione figurativa ricercata,in cui a esistenze tragicamente segnate da eventi sanguinosi si affianca una poetica romantica, spesso riscontrabile nella filmografia orientale.
Splendida l’idea dei proiettili colorati,simboleggianti lo stato d’animo di coloro che sparano,come delicato è l’utilizzo di alcune impressioni per riprodurre i fatti salienti di una storia di violenza,in cui non si eccede mai nei toni,preferendo un approccio più intimista ed elegante.
Un film che stecca solamente nella gestione dei tempi,quelli tipici di certa filmografia giapponese,molto statici e dilatati,solitamente imprescindibili per analizzare le vicende e comprenderne meglio la sfumature attraverso uno sguardo,un gesto,una frase.Purtroppo Kensaku Watanabe non riesce a riempire i suoi silenzi,le sue riflessioni, a donar loro significati come si converrebbe,tutto rimane molto ancorato in profondità,dando così adito ad una rappresentazione fin troppo algida.Il potenziale dei personaggi è quindi più volte represso,inabilitato ad esplodere,imprigionato in scene eccessivamente inerti.Molto bella la colonna sonora,alla tradizionale musica classica o al pianoforte sono preferiti brani elettronici malinconicamente crepuscolari,ad evidenziare ancora di più l’originalità di un autore che riesce ad un’unire una controllata sperimentazione con soggetti intriganti.
Peccato per l’analisi un po’ diluita e coinvolgente solo a sprazzi.