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LA CAGNA regia di Marco Ferreri

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jack_torrence     8 / 10  19/08/2014 16:02:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Schiacciato e stretto nel mezzo fra due capolavori come "Dillinger è morto" e "La grande abbuffata", forse "La cagna" andrebbe rivalutato.
E' quasi struggente, e lirico.
Mastroianni potrebbe essere Piccoli appena scappato dalla nave per Tahiti, decisosi infine a coltivare l'unica strada possibile per l'autentica libertà: la completa solitudine.
E tuttavia, ecco giungere, a negargliela, una donna che ugualmente è presa dalla smania di liberarsi di strutture e sovrastrutture, lacci e lacciuoli sociali.
Una ...cagna? Perché lui è chiaro: sottomissione. Io sono maschio, libero, tu puoi stare ma non mettere in discussione la libertà che ho conquistato.
Sbagliato.
Perché se voleva un cane doveva cacciarla e tenersi Melampo.
Al cuore del cinema di Ferreri c'è un'apocalisse già avvenuta della società e delle sue regole: ma ripartendo da zero, occorre fare i conti con la dualità di uomo e donna.
E non è vero che Ferreri è maschilista. Per lui il rapporto fra i generi è effettivamente il problema di fondo. Grazie all'attrazione erotica, costituisce l'unica relazione cui l'ego non può sottrarsi.

"La cagna" nasce dall'ultima inquadratura di "Dillinger è morto", ma costituisce la versione lirica e quasi romantica di quel film.

Assolutamente non un film datato. Come tutto il miglior Ferreri, è cinema universale.