caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

SALON KITTY regia di Tinto Brass

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento kowalsky     6 / 10  18/05/2007 21:21:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nell'immaginario erotico del primo Brass (dopo la svolta di questo film, ovviamente non prima) c'era una certa truculenza visiva, un bisogno estremo e radicale di esprimere la sessualità nella sua deviante forma di morte, dolore, sopraffazione, sofferenza... praticamente l'antitesi del sesso gioioso e godurioso (casereccio) del Brass del decennio successivo...
Come nel successivo "Caligola" Brass è come una ferita aperta che ama indulgiare a corrompere gli schemi impeccabili dei cineasti à la page, e a farne le spese c'è lo stesso Visconti incontrato indirettamente nel discusso "Senso 45". Del resto ci sono due degli interpreti principali del magnifico "La caduta degli Dei" e Berger enfatizza la figura dell'ufficiale nazista cortoniato da adepti, nudi, qualche freak che sembrano usciti da un'incubo Genetiano, e via dicendo.
Film, dunque, volutamente sgradevole, non privo di momenti di imbarazzante cattivo gusto, con il contrasto (puro o impuro?) dell'amore tormentato tra Fehmiu e una prostituta (Therese Ann Savoy, ma era davvero un trans???), privo forse del giusto pathos per confondersi con un seppur minimo referente al capolavoro di Visconti.
Oscillando tra realismo di maniera (ma, ripeto, la sequenza delle celle dove si compiono atti impuri con alcuni internati è azzeccata) e grottesco, sembra proprio che questo film non riesca a imprimersi nella memoria più del dovuto, restando al livello comprensibile e fumoso di "pietra dello scandalo".
Se ne "sparli" pure...