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TRANSFORMERS regia di Michael Bay

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Invia una mail all'autore del commento Zazzauser     7½ / 10  06/07/2007 01:06:50 » Rispondi
Decisamente una delusione per coloro che non aspettavano altro che vedere questo nuovo prodotto per marchiarlo come la nuova ciofeca di Bay ed affibbiargli i soliti accrescitivi denigratori: Michael Bay continua a confermarsi, a detta della maggior parte degli spettatori cinefili e non, un regista ingiustamente sottovalutato, capace se non di fare film concettualmente elevati perlomeno di saperli girare in modo che l’azione pura ed adrenalinica (genere di cui è maestro, e non solo grazie ai miliardi dei molti produttori che lo finanziano) si integri con altri aspetti validi invece di trascurarli per privilegiarla, come invece accade in molti action movies.

Quel che sorprende di più in un film come questo è la godibilissima sceneggiatura – scritta da Roberto Orci e Alex Kurtzman, che avevano già collaborato col regista californiano per il copione di The Island e che sono già impegnati nei suoi prossimi progetti - sorprendentemente priva di buchi di logica o raffazzonamenti da ultimo minuto, mai assurda e quasi mai ridondante, chiara nelle premesse e nello svolgimento, e nella quale non si abusa delle scene di combattimento assordanti, ma tutto si evolve per poi sbocciare nel mastodontico scontro finale.
La pellicola si prende tutto il tempo necessario (144 minuti) per iniziare la narrazione, proseguirla con un ritmo incalzante e coinvolgente, senza passaggi stupidi o tirati per le lunghe, e terminarla in climax: merito anche della scelta di costruire la sceneggiatura attraverso piani narrativi multipli e contemporanei (tre in questo caso, che alla fine si uniranno in uno solo) troncati e ripresi nei punti giusti e ben incastrati fra di loro.

Il tutto impreziosito dall’introduzione di una vena umoristica lungo quasi tutto il film, con diverse trovate e scene che divertono ed intrattengono – la difficile pronuncia della parola Witwicky su tutte – e piacevole caratterizzazione dei personaggi, specie delle macchiette come Bernie Mac (visto di recente in Ocean’s thirteen) nel ruolo di Bobby Bolivia, il cane Mojo, l’amico della scienziata (Anthony Anderson); da censurare invece l’introduzione dei personaggi dei genitori di Sam, che entrano in scena esclusivamente con battute ed atteggiamenti ridicoli e che sono protagonisti oltretutto dell’unica scena debole del film, quella della ricerca degli occhiali con i Transformers in giardino che con le loro voci gutturali e metalliche si concedono anch’essi uscite comiche che stonano rispetto al resto del film, decisamente troppo lunga e non necessaria.

In secondo luogo, una recitazione non eccellente ma adatta, non superficiale ma sentita da parte del promettente ragazzino Shia LaBoeuf (che vedremo prossimamente in Disturbia e Indiana Jones 4), di John Voight che finalmente non sembra essere il solito attore famoso messo lì per attirare il pubblico e che ci fornisce una prova di buona qualità, alla quale d’altronde ci ha sempre abituati, e soprattutto di quello straordinario caratterista che è John Turturro nella gigionesca parte del responsabile del settore sette, capace di coniugare una bella recitazione con la sua solita esilarante mimica facciale. Menzione a parte per la stupenda Megan Fox, con una minigonna da urlo, la quale bellezza viene omaggiata da Bay con uno splendido primo piano.

Diverse citazioni da altri film sono presenti: la battuta autoironica su Armageddon, una trovata che sembra presa da Tremors (il Decepticon-scorpione sotterraneo riporta alla mente molto i serpentoni del film di Underwood), una scena che ricorda Apocalypse now (l’immagine dell’elicottero che si staglia sullo sfondo rossastro del sole al tramonto), Kill Bill (la Camaro gialla con la famosa musica del film) e scherzosamente anche il primo Nightmare e X-Men.

In definitiva, comunque, è un film che si regge molto sull’impatto visivo e sugli effetti speciali, di gran lunga i migliori della stagione. Le sequenze di trasformazione degli autobot sono straordinarie anche per il rispetto delle proporzioni e la fedeltà ai giocattoli Hasbro (per esempio parabrezza al posto del petto e ruote in prossimità dei piedi), le scene d’azione e di combattimento sono roboanti e spettacolari, Bay non ci risparmia il solito inseguimento in autostrada con conseguente mega-distruzione di veicoli (il che ricorda The Island dove McGregor e la Johansson combinavano un macello rovesciando in strada gli assali dei vagoni) ed i combattimenti su ogni tipo di terreno privilegiando quello urbano ed usando riprese con camera a mano (cara a Spielberg). Quello che ne esce è un esempio di film d’azione finalmente valido e d'autore, nato come pop-corn movie da intrattenimento ma che alla fine riesce a soddisfare anche i palati più esigenti.