shogun 8 / 10 24/11/2007 21:46:34 » Rispondi E' la completezza dell'arte, quella di far comprendere il significato senza il bisogno di renderlo esplicito, quella di sconfiggere un avversario senza il bisogno di procurargli alcun danno. Ciò secondo la filosofia marziale orientale, mutata nei secoli grazie al passare del tempo, il quale via via ha risparmiato battaglie che impongono l'uccisione del nemico. Da allora l'arte marziale diviene un sistema di tecniche e azioni che aiuta i praticati a vivere meglio e trovare quella pace interiore che si figura come una specie di nicchia, in una realtà spesso violenta. E il film ripercorre la vita d'ogni uomo, non importa quale sia il suo mestiere, ciò che conta è che cerchi qualcosa. Messaggio molto profondo se ci si riflette un po' su, e si guardi oltre ai semplici combattimenti. Questo non è un film sulle arti marziali, questo non è un film sul Wushu. Quelli di Bruce Lee erano film sulle arti marziali, ma non questo, e non è neppure d'azione. Io lo definirei semplicemente drammatico, magari d'avventura (spirituale). E chi mi dice, in fondo, che se Bruce Lee fosse vivo, non starebbe parlando lo stesso linguaggio!! E penso ai tanti dialoghi che ho avuto coi miei maestri sul perchè ed il per come praticare le arti marziali, o sport da combattimento che sia, e credo di capire cosa alcuni mi abbiano voluto dire in riguardo a ciò... solo che ancora per me non è arrivato il momento.
momo 25/11/2007 15:09:07 » Rispondi Bel commento, mai secondo me hai spiegato più le arti marziali in genere che il film in questione. Qui si tratta di un film con una trama che sinceramene ho trovato poco coerente, non dico che le arti marziali non ti possano dare una certa disciplina interiore, ma devi ammettere che per quanto tu possa attribuire tutti i significati che vuoi esse restano sempre un modo di pestare la gente, dopo c'è chi le vive in un modo e chi in un altro. Vedo che tu le vivi con molta più filosofia di molti altri quindi ammetterai che nonostante tutto ci siano dei gradi di 'ascetismo' di lotta interiore molto più avanzati del combattere, il ritirasi in una risaia a sentire il vento mi sembrava uno di questi. Per questo mi aspettavo una maturazione del personaggio, coerente con le sue esperienze, invece sembra che ritorni sui suoi errori, allora preferisco piuttosto la mera violenza che la violenza mascherata da un alone di filosofia alquanto improbabile. Ecco tutto. Saluti.
shogun 25/11/2007 16:10:10 » Rispondi Io non vivo le arti marziali con filosofia, comunque questo non c'entra.
Ti volevo solo dire che tu sbagli quando dici che il protagonista ritorna sui suoi errori. Non è vero.
Se ci fai caso, sia nell'incontro con il grosso americano, sia in quello finale col giapponese, Huo Yuanjia si auto-controlla, infatti non affonda un colpo che sarebbe potuto essere mortale (vedi il pugno finale che Huo Yuanjia sferra contro il giapponese). E' per questo che costui lo proclama vincitore, perchè si accorge di aver ricevuto un colpo potenzialmente mortale, ma controllato. E nessuno spettatore si accorge di questa cosa, ad eccezione della moglie e della figlia del maestro Chin (se non sbaglio mi sembra che il nome fosse questo). Cioè, nessuno si rende conto che in ogni caso Huo Yuanjia è il vincitore. Vincitore senza aver fatto male. Vincitore due volte!!
momo 08/03/2008 23:18:33 » Rispondi Devo riconoscere che in questo punto hai ragione. Anche se rimane il fatto che sia ritornato a combattere.