Cagliostro 5 / 10 23/01/2007 04:56:51 » Rispondi Vi sono molti film tratti da storie vere che non cadono per ciò solo in un inutile sequela di banalità e di segmenti narrativi prolissi e ripetitivi. Purtroppo "La Ricerca della Felicità" non rientra fra essi. Questa pellicola è tratta dall'autobiografia di Christopher Gardner, che qui agisce anche nella veste di produttore associato del film. Essendo noti tanto l'incipit quanto la fine della storia, la sceneggiatura avrebbe dovuto concentrarsi, e in parte ha provato a farlo, sul percorso parabolico della cuduta in disgrazia e successiva risalita del protagonista. Detta in altri termini avrebbe dovuto essere una sceneggiatura più dinamica. Invece il film resta monocorde per tutta la sua durata senza particolari guizzi e scivolando a più riprese nella noia. Inoltre lo script è infarcito di numerose frasi fatte che non solo disturbano, ma involontariamente tendono a ridicolizzare la drammaticità della vicenda narrata. Will Smith ci offre una buona prova d'attore e suo figlio ci regala momenti di notevole intensità. Meno apprezzabile e sottotono è invece la regia. Muccino dimostra di essere uno che dietro alla macchina da presa ci sa stare e che conosce bene il fatto suo, però qui la sua regia è distaccata e troppo scolastica. Tuttavia di questo non credo gli possano essere attribuite colpe, poiché immagino che la produzione non gli offrisse alcuna libertà di movimento e, dal canto suo, essendo la sua prova del fuoco hollywooddiana è comprensibile che si sia limitato a svolgere il proprio lavoro osservando scrupolosamente le direttive della produzione e le regole del mestiere, senza mai osare. Poco gradevole ( anche e forse soprattutto a causa del doppiaggio) è l'interpretazione di Thandie Newton. L'attrice (già vista in pellicole come Beloved, Mission Impossible 2, The Truth about Charlie, Crash, The Chronicles of Riddick) non dà spessore al proprio personaggio e non ne trasmette né lo sgomento né nessun'altra emozione. Tuttavia, anche in questo caso, sono portato a pensare che la causa della carenza interpretativa della Newton sia da ricercarsi sempre nella sceneggiatura. Alla fine risulta essere quest'ultima, dalla produzione reputata invece uno script inossidabile cui nessuno, regista incluso, poteva più metter mano, la vera causa della mediocrità di questo film. La stessa storia, con il medesimo cast tecnico, ma con una sceneggiatura meno ruffiana, meno pacchiana e meno insulsa, avrebbe potuto essere un ottimo prodotto. Ma così, invece, si limita a raccontare una storia senza nessuna particolare attidudine narrativa e senza vera passione. Ne discende che i messaggi in essa contenuti, davvero tutt'altro che orginali, perdono qualsiasi forza poiché sono già stati raccontati da altri autori di ben altro calibro. Peccato!
Constantine 23/01/2007 12:41:54 » Rispondi Come si fa a non essere d'accordo con quest'uomo? Per quanto riguarda questo film le nostre visioni sono identiche.
Cagliostro 24/01/2007 04:38:12 » Rispondi :-) Grazie. Mi sono appena letto il tuo commento. Bello il riferimento alla pubblicità di Toro Scatenato sul taxi, anche a me aveva colpito piacevolmente.