Titto 7 / 10 18/01/2007 23:39:15 » Rispondi Dopo "Dancer in the Dark" questo "Ricerca della felicità" è il film più triste e commovente che abbia mai visto. Riuscire a non piangere è quasi disumano. Tutto è studiato per creare forti emozioni, soprattutto un'ansia spasmodica causata dalle disavventure del protagonista, a cui sinceramente, gliene accadono un pò troppe (l'incidente mentre corre, l'arresto) e altrettante se ne cerca (spostare la macchina al capo e arrivare tardi all'appuntamento, tornare in ufficio senza una scarpa). Anche se poi queste scene non incidono per niente con lo sviluppo della storia, in quei momenti lo spettatore si ritrova a vivere una situazione di estremo stress emotivo, cioè ansia. E di queste scene è pieno.... quel caxxo di scanner ormai me lo sogno la notte... L'intero film è basato su questo gioco, diciamolo è un film paracu.lo come del resto tutti i film che hanno come obbiettivo la "commozione dello spettatore". C'è inoltre da aggiungere anche l'immedesimazione dello spettatore il quale si rivede nel crollo economico del protagonista, cosa che potrebbe accadere a chiunque.... Smith diventa un esempio di forza d'animo e determinazione.
Insomma è un film che mantiene le promesse, il cui scopo non è quello di essere ricordato come un capolavoro, ma vuole incassare, incassare e incassare, facendo passare due ore intense al pubblico E ci riesce benissimo. Da qui una sobria regia in classico stile americano, senza personalità, già vista e senza esprimere giudizi. Le inquadrature e la fotografia non si allontanano di un millimetro dalla moda cinematografica d'oltreoceano di questo lungo periodo, quindi non saprei quanto c'è del nostro Muccino in quest'opera.
Insomma per me è un buon film, forse in Italia c'è stato più eco a causa di Muccino , comunque è un buon film, normalissimo, che poteva essere fatto da qualsiasi regista, ma un buon film.