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L'ARIA SALATA regia di Alessandro Angelini

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  15/08/2007 00:22:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Giuro, all'inizio proprio non ci credevo: quel buonismo di fondo dove Pasotti si trasforma, anche se per una breve sequenza, in samaritano tout-court (quando parla a un bambino cercando di farlo avvicinare al padre detenuto) e qualche situazione ehm improbabile (si entra e si esce dalle celle con facilità, Fabio fa l'educatore eppure si comporta come se fosse una guardia, etc.): nel tentativo di essere realistico addottando anche un gergo "carcerario" Angelini commette l'errore da una parte di ammiccare al contesto carcerario in smacco formale (cfr. tutto quel pur vago surrealismo di fondo), dall'altra evidenzia il limite del budget produttivo dove i detenuti sembrano davvero quattro figuranti (o forse è la conseguenza dell'indulto? mah)

Poi molte cose vanno per il verso giusto, acquistando aderenza e anche la capacità non comune (tipica anche di Calopresti, il cui stile è riconoscibilissimo) di sviluppare una serie di scene-madri senza eccedere nel patetico. Notevole la "sconfessione" liberatoria di un uomo senza futuro.
Quindi buoni interpreti, buona fotografia, regia diligente e David meritati.

Peccato che il finale, retaggio di una cultura cattolica che pensa sia un bene che le anime "dannate" debbano liberare questo mondo, riporti ancora una volta il limite di un buon cinema italiano che non ha la forza di essere vetriolico come avrebbe dovuto.

Modello non dichiarato "L'ultima courvè" di Hashby, con l'attenuante del buio a catturare una risposta imminente che non si vuole dare
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