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UN'OTTIMA ANNATA - A GOOD YEAR regia di Ridley Scott

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     5½ / 10  16/12/2006 22:24:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A ciascuno il suo, direbbe Sciascia: agli Usa il "patrimonio" incontrovertiile di far soldi a palate, all''Europa gli spazi aperti delle proprietà e il gusto (etilico in tal caso) per le cose semplici e raffinate, nate dalle viscere della terra.
Di due universi, Scott sa di dover analizzare un clichè corrente, e infatti le realtà possono rovesciarsi a seconda dei parametri: non a caso l''europeo non crede nemmeno - è il caso del vigneron Francis - che la California sia territorio di vini e non solo di macchine scintillanti, stelle del cinema e coca-cola...

E'' facile, facilissimo accogliere tiepidamente questo film di Scott: per ragioni ideologiche in un primo tempo avevo espresso la mia diffidenza verso questo mondo di dipingere l''Europa, terra di suggestioni e fatalismo esistenziale, pero'' alla lunga il sodalizio tra vecchio e nuovo continente si dimostra fondato esclusivamente sulla natura controversa del protagonista ("- "Questo posto non si adatta alla mia vita" - "No, Max, è la tua vita che non si adatta a questo posto").

Fidarsi di Scott non è sempre facile, alla luce delle prove qualitativamente incongruenti degli ultimi anni, eppure forse questo film è il suo migliore dell''ultimo periodo.

Le perplessità riguardano l''apparente stupidità dello script e la realizzazione farsesca, dove Scott sfoggia un''insolito ed ecclettico temperamento da "commediante" ripercorrendo tempi e clichè molto abusati ma in fondo anche molto (troppo?) diversi tra di loro, insomma quel che sfugge a questo film è proprio la sua direzione stilistica.

Per paradosso, citando Minnelli o Stanley Donen con la stessa spontaneità in cui imita Blake Edwards (la rocambolesca e demenziale corsa nella mini-vettura) o Mackendrick, mostrando apparentemente un rifiuto stilistico perfettamente al passo con i tempi Ridley Scott comunica in realtà piu'' stile di tanti altri.

E di stile ne ha da vendere il personaggio di Freddie Highmore alias Max Skinner, professo Squalo della finanza, "*******" per dovere di cronaca, e successivamente dubbioso se "cogliere l''attimo" e ritrovare un minimo di appiglio alla vita che gli manca, che ancora vuol dire "rinuncia", sì, ma a qualcosa che gli consente di arricchirsi senza potersi permettere neanche una vacanza.

E'' una realtà incontrovertibile: negli Usa o in Giappone ne esistono di "bestie" del genere, gente che pagherebbe miliardi per un "vero" Van Gogh ma a patto di non muovere il **** dalla propria poltrona d''ufficio-

Guardacaso, lo zio Henry di Finney (istrionico come sempre, ma non fa altro che recuperare in parte il personaggio "sognatore" già applaudito nel BIG FISH di Burton) vive anch''esso per il suo mondo, ma fino alla morte si trova in una condizione piu'' serena di lui.

Tra una citazione di Furyo e le pagine di Thomas Mann (la metafora dell''ultima pagina mai letta e la storia che viene rievocata è deliziosa) "a good year" è un''amabile pastiche che riesce a rendere credibili le esperienze piu'' impossibili, i legami piu'' improponibili, i mondi piu'' lontani.

Ha dialoghi spesso superlativi, esplosioni di indubbio divertimento, e rappresenta un''antidoto alla stupidità vera, addottando l''idiozia piu'' nobile di una verità tutt''altro che peregrina: "non è mai troppo tardi per riprendersi la felicità".

Una morale forse facile per un film prevedibile e forse un po'' fesso, ma leggero e ineguagliabile nella sua sorprendente vitalità.

Russell Crowe, che nell''esilio Provenzale veste i peggiori maglioni che io abbia mai visto, è a suo agio in ogni posto: perfettamente tangibile nel suo personaggio di "sdoppiato" perenne, e legittimamente convinto dei suoi errori anche quando non li fa

Insomma, praticamente è uno Scott ritrovato, un''autore eclettico che forse proprio nella commedia ha ritrovato la sua "strada di casa"
giumig  17/12/2006 02:41:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
bellissimo ed interessantissimo commento, complimenti kowalsky
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  17/12/2006 12:50:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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The Jack  18/12/2006 00:39:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Delizioso .. c'era profumo di citazioni, ma ne avevo perse alcune.

Un sola cosa ... il patriomonio USA di far soldi non era una LONDRA finanziaria, non troppo lontana dalla nostra MILANO?

Va beh, poco cambia.
Voglio dire, lo stesso film lo si poteva fare mettendo il protagonista a Milano o nel Nord Est produttivo e competitivo per poi piazzarlo nella campagna umbra ... certo sarebbe stato meno suggestivo.

La casa del viticoltore è il mio ideale di archittettura e punti luce in armoni con i prodotti, colori e forme della terra. Certo poi voglio Adsl dentro e un bel televisore per vedermi film come questo.

NOTTE!
Invia una mail all'autore del commento Stratocaster  18/12/2006 01:27:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L' idea Milano e l' Umbria, magari zona colli di Perugia o Passignano sul Trasimeno ti garantisco che avrebbe fatto un effetto addirittura più forte, magari non c' è il vino ma ci sono i centenari amabili e pacifici Ulivi tanta e la tranquillità che in modo a dir poco magico queste piante riescono a trasmettere..... Per quanto riguarda i casali, beh garantisco che ce ne sono alcuni che sono anche 6 volte quello del film!. (Lo ammetto, sono Umbro).
maremare  15/02/2007 01:18:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
scusa ma non gli avevi dato 7 a sto film?
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  15/02/2007 11:15:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ho cambiato idea col tempo
maremare  19/12/2006 01:22:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
il commento è come sempre ottimo, ma è quasi uno spreco la bravura usata nel valorizzare questo filmetto

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norah  21/12/2006 11:12:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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maremare  21/12/2006 12:06:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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norah  30/12/2006 15:06:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Jellybelly  19/12/2006 09:16:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Kow, a me è sembrato fin troppo scontato, banale e prevedibile...Vabbe' che da una commediola sentimentale non si può pretendere chissà che introspezione psicologica, ma da Scott sarebbe stato lecito attendersi qualcosa di più della morale sul fatto che i soldi non danno la felicità...
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  19/12/2006 13:56:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nella recensione (che aspetto di veder pubblicata) mi sono già soffermato sui limiti del film... condivido parecchie cose delle vostre analisi, devo dire che il film mi ha spesso infastidito, irritato, non capivo bene dove voleva andare a parare... col senno di poi, anche il trading e tutte quelle tecniche che sfiorare il demenziale mi sono sembrate superflue, il messaggio sociale del film è abbastanza irrilevante e inutile, pero' è una commedia ed è fatta con garbo e buon gusto. Qualche volta è questo che conta di piu'
maremare  19/12/2006 21:45:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sì vabbuò ma la sceneggiatura è 'orrizzontale', niente è spiegato, approfondito e poi, dopo una prima parte piacevole, alla lunga annoia