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LE LUCI DELLA SERA regia di Aki Kaurismaki

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Marco Iafrate     8 / 10  09/12/2007 11:13:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Koistinen, il protagonista di questo interessantissimo film, è la materializzazione di quello che nessun essere umano dovrebbe sopportare: il fallimento della propria esistenza; quando la vita non offre sorrisi, abbracci, calore, amore, è una non-vita, nell'uomo questa situazione a volte è cosciente altre volte no; Koistinen fa parte di quelli che questo squallore lo vivono coscientemente ma, paradossalmente, ne traggono forza, speranza, coraggio. Non c'è disperazione ad accompagnare l'animo del triste metronotte, neanche quando, a più riprese, la dura legge della vita gli presenta il conto. Koistinen vive in solitudine nel freddo grigiore di una Helsinky tanto affascinante quanto malinconica, una solitudine che lo accarezza suo malgrado, l'uomo non sfugge agli stimoli che gli giungono dall'esterno, cerca invano l'amore (da una donna malvagia), l'amicizia (dai colleghi di lavoro che lo deridono), e lo fa con quella dignità che è propria di chi non cede in nessun modo alla violenza, ai suprusi, all'arroganza dei forti, ma non lo fa ribellandosi, egli ne rifiuta il contatto, ed è proprio qui che Kaurismaki gioca le sue carte, su questo equilibrio, il film fa perno proprio su questo aspetto psicologico; quella che apparentemente sembra una debolezza in realtà è una forza, Seneca sarebbe orgoglioso di Koistinen, l'imperturbabilità con la quale affronta i drammi che lo perseguitano è filosoficamente tipica degli stoici; la bassezza morale di Mirja, la ragazza che meschinamente lo inganna, è tale da far risultare una sconfitta, soprattutto etica, quello che per lei è un trionfo che al contrario è solo materiale.
L'unico raggio di sole che trapassa la cupezza dell'esistenza di Koistinen è l'interesse che nutre per lui Aila, una ragazza che gestisce un piccolo bar ambulante che, nonostante corrisposta con freddezza dall'uomo gli sta costantemente vicino fino al malinconico ma bellissimo epilogo.
Bella e molto suggestiva la fotografia, ombre e luci si inseguono ed i colori penetrano il grigiore diffuso togliendo parzialmente un'oppressione altrimenti troppo gravosa, l'attore principale è molto bravo a rappresentare la solitudine, la monoespressività del suo volto non fa trasparire nè gioia nè dolore; ancora una volta il regista Finlandese affronta temi che trattano i disagi dell'anima derivanti dai disagi della società; In Finlandia non esiste criminalità ma l'alcolismo è estremamente diffuso (Kaurismaki ne sa qualcosa), ed è il paese Europeo con il maggior numero di suicidi. Ci sono stato ad Helsinky ed è bellissima, ma non è tutto oro quel che luccica.