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IL LABIRINTO DEL FAUNO regia di Guillermo del Toro

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jack_torrence     8 / 10  22/11/2010 14:58:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La grandezza del film sta tutta nella disinvolta naturalezza con cui gestisce i due piani contemporanei della realtà e della fantasia, riuscendo al contempo a donare sia l'ottimismo e la speranza insiti nel "rifugio nella fantasia" (l'equivalente della forza degli ideali in cui si ha fede, per un adulto), sia una forte oppressione e disperazione insita nella realtà (a quest'ultima sensazione è comunque riservata, giustamente, pregnanza maggiore).
Il finale è un amalgama splendido dei due diversi esiti del film (speranza-disperazione), e lascia allo spettatore di scegliere la strada che predilige. Quella di Ofelia è una parabola disperata (punto di vista della realtà) o un'apologia della fantasia-speranza come unico strumento di riscatto (anche morale)? E'naturalmente entrambe le cose, ma entro di noi prevarrà ora l'una ora l'altra, a seconda della sensibilità individuale al momento della visione.

L'Orrore vero è naturalmente quello della realtà, non quello dei "mostri" delle fiabe; tuttavia la scena in cui rubare due chicchi d'uva a un banchetto luculliano imbandito per nessuno risveglia un maligno sorvegliante (una scena che potrebbe uscire da qualche antico mito), è una stupenda metafora degli squilibri sociali che stanno alla radice dell'orrore descritto nel mondo (in cui il regime dà tozzi di pane ai poveri per inibire la Resistenza).
E quell'essere maligno (i cui mani-occhi hanno la spietatezza, tentacolare e un po' goffa, di un intero apparato di polizia in un regime totalitario) divora le fatine proprio come il Saturno di Goya divora i figli (la citazione è esplicita).

Il film si svela progressivamente come un classico racconto di formazione: è l'esperienza bruciante del male, fatta da una bambina con l'ausilio delle fiabe (un "cuscino" che viene lentamente eroso).
E' un cammino iniziatico in cui le prove da superare costituiscono la via d'accesso alla cognizione del bene e del male, e - in questo caso, nelle circostanze tragiche della Storia - anche a una precoce assunzione di responsabilità.