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IL LABIRINTO DEL FAUNO regia di Guillermo del Toro

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adrmb     9 / 10  14/07/2016 11:14:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
(Attenzione, contiene spoiler)

Tre volte visionato, e tre volte non ha perso un briciolo del suo smalto, questo film. Fantasy (ma erratissimo definirlo tale, molto meglio "film storico con spruzzate di fantastico") scritto e diretto magnificamente da Guillermo del Toro che qui riesce a coniugare splendidamente la componente realistica a quella fantastica facendo al contempo emergere un grandissimo messaggio di denuncia. Tutte caratteristiche, queste, estremamente depotenziate nel suo precedente film, 'La spina del diavolo' (che pur godeva di un'atmosfera riuscita) che se non altro ha avuto il merito di gettare le basi per questo.

Storia semplicemente incredibile dunque, accompagnata mirabilmente dalle scelte fotografiche di Guillermo Navarro e registiche dello stesso Del Toro: ricoprire il mondo fantastico di colori caldi quali giallo e arancio e mostrarlo pian piano, con movimenti di macchina accentuati, contrapposto a quello reale, non solo "banale" (le inquadrature sono statiche), ma anche ostile data la p resenza al contempo di colori freddi. Un contrasto visivo decisamente riuscito, sì. Questa barriera col prosieguo della pellicola verrà abbattendosi e l'uno e l'altro mondo saranno continuamente influenzati a vicenda: quale realtà, quale fantasia? Il regista sembra lasciare un velo d'ambiguità su questo (ed è proprio per questo che ho mal sopportato quel paio di passaggi narrativi più ingenuotti nei quali la questione sembra propendere verso la prima interpretazione [si vedano i momenti nei quali Ofelia riesce a scappare dalla camera con un "gesso magico" o durante la fuga nel labirinto passaggi si aprano magicamente solo a lei]). Al di là di tutto comunque, peccatucci veniali di un film veramente bello-bello).
Mirabilissima una delle ultime inquadrature con il generale immerso nel blu, freddo della notte che dà le spalle allo spettatore, lui rivolto alla combriccola di ribelli, vittoriosi, ciascuno reca con sè una torcia, il cielo in alto schiarito, un nuovo giorno e una nuova vita. Contrasto, quello di questa specifica inquadratura, magistrale.

Da canto mio posso dire di prediligere l'interpretazione più pessimistica secondo la quale il mondo fantastico in sé altro non era che la proiezione dell'inconscio di Ofelia (ragazzina cresciuta a pane e libri di fiabe, come si buon ben vedere dall'incipit del film), la cui concretizzazione simboleggia la fuga dalla realtà opprimente e cinica dove è costretta a vivere. Quel cinismo che pervade la figura del patrigno, percepibile sin dall'inizio anche dal piccolo gesto della stretta di mano. Da lasciare davvero senza fiato. Curioso anche come il mondo fantastico dipinto dalla bambina assuma decisamente i tratti gotici e orrorifici, propri della dimensione dell'incubo: ma non è forse meglio dimenarsi tra difficili sfide contro esseri spaventosi (memorabile su tutto e tutti il segmento dell'Uomo Pallido, memorabile la sua stessa figura, la magia del trucco&parrucco) nella speranza di una profezia consolatrice, che un mondo dove di questa si son perse completamente le tracce. Straziante come, reciso l'ultimo legame affettivo del mondo reale, una disperata Ofelia si abbandoni completamente all'abbraccio con il Fauno, l'ultimo suo appiglio...

https://www.youtube.com/watch?v=qzZgNKJxmgs#t=4m45 La musica, le gocce di sangue, la morte. Il regista nel caso della protagonista opta per la via più consolatoria, fosse ancora frutto della sua immaginazione, l'estremo sforzo mentale per la concretizzazione della sua aspettativa.

Film pensati e realizzati così genuinamente, scevri da ogni pudore nel mostrare la cattiveria e l'horror andrebbero solo apprezzati e pubblicizzati.