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AMADEUS regia di Milos Forman

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Schizoid Man     8 / 10  25/06/2011 12:40:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sfrontato, anticonformista, maleducato, volgare, edonista, irriverente ma anche maledettamente geniale: chi era costui? Semplice: Wolfgang Amadeus Mozart. Un talento, il suo, tanto creativo e precoce quanto ribelle ed effimero, dato che morì, stroncato da una violenta febbre di tifo, a soli trentacinque anni. Eppure, sebbene la vita non gli abbia concesso molto tempo, fu in grado di comporre - fra sinfonie, concerti per clavicembalo e pianoforte, musica sacra e da camera, quartetti sia per archi che per pianoforte, per non dimenticare le opere teatrali - qualcosa come settecento lavori. Impressionante. Un'esistenza sregolata, una vita condotta sempre al massimo, perennemente e indefessamente alla ricerca della più bella musica che si potesse offrire al pubblico. E dato che nel campo musicale era un genio assoluto, in questo egli riuscì pienamente. Mozart fu, semplicemente, il miglior compositore che l'orecchio umano abbia mai avuto modo di udire. Logico, quindi, che cotanta bravura, incredibilmente racchiusa in un uomo solo, potesse suscitare un po' di invidia nei suoi colleghi, inevitabilmente meno dotati di lui. Tra questi ultimi, in particolare, vi era uno che non lo poteva proprio soffrire: il suo nome era Antonio Salieri, un compositore provvisto "soltanto" di un buon talento, che perciò si dovette accontentare di vivere perpetuamente all'ombra del grande maestro salisburghese. L'invidia che Salieri provava nei confronti di Mozart era tale da ossessionarlo fino a farlo diventare paranoico; a causa di ciò, in vecchiaia, arrivò perfino a tentare il suicidio, perché era roso dal rimorso di aver provocato - a suo dire - la morte del suo tanto odiato collega.
Ed è proprio da questo episodio, con Salieri rinchiuso in un manicomio, ormai anziano e prossimo alla morte, che parte la pellicola che Milos Forman ha tratto dal testo teatrale di Peter Shaffer, il quale ha collaborato in prima persona all'adattamento cinematografico della propria opera. Attraverso le parole di un Antonio Salieri ebbro di invidia e rancore, riviviamo la sua rivalità - più presunta che reale - con Mozart.
Sebbene il film esageri nel romanzare la vita di quest'ultimo, il risultato finale è sicuramente di tutto rispetto. "Amadeus" è un film formalmente ineccepibile (notevoli sia i costumi che le scenografie); il regista praghese è molto abile a confezionare una pellicola spettacolare, appassionante e coinvolgente che, nonostante la lunga durata (158 minuti), riesce sempre a tenere vivo l'interesse dello spettatore. Molto bello il duello fra i due attori protagonisti, Tom Hulce e F. Murray Abraham. Per Hulce il ruolo di Mozart è una di quelle parti che, nel bene come nel male, segnano l'intera carriera; infatti, benché in questo caso sia molto bravo ad assecondare l'estro folle del proprio personaggio, successivamente non ha mai più avuto ruoli all'altezza di questo, forse perché a rubargli la scena ci pensa Murray Abraham, che, nei panni di Antonio Salieri, riesce perfettamente a dare corpo alle ossessioni, e alle frustrazioni, di cui soffre il suo personaggio. Rimane nella memoria, nel finale, la sua frase "mediocri di tutto il mondo, io vi perdono".
Il film, comunque, raggiunge il suo apice nella bellissima scena in cui Salieri aiuta Mozart a completare il "Requiem" che lui stesso gli ha segretamente commissionato: vedere i due musicisti che compongono insieme - in un clima di angoscia crescente - è meraviglioso; quantunque sia fisicamente provato dalla malattia che lentamente lo sta divorando, Mozart riesce lo stesso a dare lezioni di musica a Salieri, il quale, sebbene sia in perfetta salute, fatica come un matto a stare dietro alle continue intuizioni compositive che gli propone il suo collega. Una sequenza, questa, veramente emozionante.
Del film ne esiste anche una versione director's cut, che aggiunge quasi una ventina di minuti in più (arrivando così ad un totale di 173) a quella che uscì al cinema nel 1984. Perlopiù le scene aggiunte riguardano i rapporti tra Salieri e la moglie di Mozart: scene interessanti ma che sostanzialmente non cambiano granché nel giudizio complessivo della pellicola. Splendida la suggestiva fotografia di Miroslav Ondricek. Assieme a "Qualcuno volò sul nido del cuculo", "Amadeus" è il miglior film che Forman abbia mai girato a Hollywood. Pioggia di Oscar: miglior film, regia, sceneggiatura, attore (Murray Abraham), costumi (Theodor Pistek), suono (Mark Berger, Tom Scott, Todd Boekelheide, Christopher Newman) trucco (Paul Le Blanc, Dick Smith), scenografia (Patrizia von Brandenstein, Karel Czerny).