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GRIZZLY MAN regia di Werner Herzog

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amterme63     8½ / 10  02/10/2008 23:52:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un'altra perla cinematrafica di Herzog. Anche stavolta lo scopo principale è quello di indagare a fondo il rapporto uomo-natura, mondo civilizzato-mondo selvaggio. C'è anche l'occasione per gettare uno sguardo su un certo modo di vivere e pensare (quello attuale degli Stati Uniti). Arriva a queste considerazioni universali partendo da una storia realmente avvenuta, quella fuori del comune di Timothy Treadwell (un giovane americano che si è eletto a paladino degli Orsi Grizzly dell'Alaska).
Timothy era un ragazzo normale come tanti altri, magari più sensibile e sentimentale. Per questo non era riuscito a inserirsi e a riconoscersi con soddisfazione nel modo di vivere "normale" e civilizzato (cinico, materialista). Era caduto nel vortice dell'alcolismo, soffriva di depressione, aspirava ad avere un'altra personalità, a vivere un'altra vita. Alla fine riesce ad uscire da questa spirale, creandosi una nuova identità, tornando un po' ai sogni della propria infanzia. Diventa così una specie di "guerriero gentile" che tutte le estati parte per l'Alaska alla difesa degli orsi, la sublimazione nella realtà dell'età adulta, delle fantasie infantili quando cercava e trovava affetto e comprensione stringendosi ad un orsacchiotto di pelouche. Si tratta ovviamente di una mia interpretazione, che però risalta abbastanza bene nella parte del film dedicata a raccontare le vicende della vita di Timothy.
Il suo "regredire" arriva a tal punto da attraversare all'inverso quel confine basilare nella storia evolutiva umana che ha separato per sempre il nostro mondo da quello degli animali selvatici. Sta qui la "rivoluzione", l'"eresia", la sfida, la grande impresa di Timothy, il grande valore simbolico della sua vicenda. Vuole dimostrare che il mondo selvaggio, non è il nostro "nemico", né è solo qualcosa da sfruttare e distruggere o da ammirare come turisti. Per lui è la vera essenza della vita sulla terra, quella che l'uomo ha perduto e rinnegato. Bisogna tornare ad avere un rapporto da pari a pari con gli animali, non sentirsi superiori a loro, ma dare alle loro vite lo stesso valore che noi diamo alle nostre. Timothy era così convinto che era pronto a sacrificare pure se stesso per seguire questo ideale.
A fare da contrasto a questo atteggiamento naturalista e primitivista di Timothy, sta il suo agire molto moderno come se stesse recitando un film, come se dovesse apparire su di uno schermo televisivo o condurre uno spot, una trasmissione di intrattenimento. Infatti la cinepresa è stata la sua compagna e la sua testimone di ogni sua impresa come se volesse appositamente vivere per lasciare un messaggio ai posteri. Tanta parte del film è fatta da riprese girate in soggettiva dallo stesso Timothy. E' un indice di come il fittizio si stia sempre più impadronendo del reale. Questo atteggiamento coinvolge un po' tutte le persone del film. La cosa è testimoniata dal fatto che Herzog non ha tagliato le parti precedenti o seguenti le riprese ufficiali, come pure ha lasciato tutto quello che Timothy faceva prima o dopo la sua "trasmissione". Salta quindi agli occhi la diversità di comportamento e atteggiamento di una persona quando si comporta "naturalmente" e quando "recita".
La perla del film sta però secondo me nel montaggio fatto da Herzog. Riesce a dare un quadro completo e oggettivo delle vicende e della personalità di Timothy, dando voce pure a quelli che non apprezzavano le sue imprese. Non scade mai nel sentimentale o nel macabro o nel sensazionalistico. Anche il filo narrativo è mescolato (si sa subito la fine che farà), giusto per focalizzare l'attenzione dello spettatore sulla personalità del protagonista e non sulla storia in sé. Herzog sta molto attento a non esaltare o criticare, alternando scene che mettono in buona luce Timothy ad altre in cui appaiono i suoi difetti. Insomma, ci fornisce spassionatamente tutti gli elementi oggettivi per permetterci a noi spettatori di giudicare con la nostra testa. A volte però trapela bene l'atteggiamento di Herzog verso Timothy: un misto di critica e ammirazione, un po' come aveva con Kinski.
La critica sta nel fatto che Herzog non condivide per nulla l'atteggiamento sentimentale e idealista di Timothy verso la Natura. Per lui in Natura regna l'indifferenza, la lotta, il conflitto – non è un eden perduto. Non capisce poi gli atteggiamenti paranoici e isolazionisti di Timothy anche si deve fermare davanti all'incognita del suo rapporto con la ragazza che gli stava accanto, stranamente tenuta fuori dall'impresa di Timothy anche se ne ha pagate care le conseguenze. Alla fine trapela però l'ammirazione per una persona che ha avuto il grande coraggio di credere in qualcosa, di realizzarlo e di accettare fino in fondo, con tutto quello che la scelta comporta, fino al sacrificio estremo.
Invia una mail all'autore del commento wega  30/11/2008 20:27:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ah ma è ancora vivo Herzog...
amterme63  01/12/2008 00:07:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
?????
ULTRAVIOLENCE78  03/10/2008 09:37:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi ricordo che quando uscì dal cinema, dopo averlo visto, mi sentivo svuotato. Mi ci sono voluti 2 giorni per riprendermi...

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