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BALLO A TRE PASSI regia di Salvatore Mereu

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Invia una mail all'autore del commento Azimut     9 / 10  24/09/2003 18:07:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Intensità dell'immagin/azione e alta densità emozionale sono i punti forti di un film che dà una scossa agli stereotipi sulla Sardegna e sui sardi, anche quando racconta e dà corpo visivo ai luoghi comuni. Perché molti luoghi comuni sono anche la dimensione quotidiana di un paese, di una comunità, di una terra. Le quattro stagioni esistenziali sono mosse dal motore primo della vita. Dall’istinto di vita all’istinto di morte, un percorso conosciuto, riconosciuto e riconoscibile, ineludibile perché dà senso al piacere di vivere. Il sesso è energia che esplode e domina, avvolge e travolge. I modi sono modi ovunque: il kamasutra fa giocare tutti su tutte le posizioni: nessuno ha l'esclusiva e può pretendere di correggere il mondo sul letto di Procuste delle proprie convinzioni. Perché i corpi estranei con cui abbiamo a che fare sono corpi che esploriamo nell'insostenibilità della comunicazione. Si parla con i corpi e il silenzio dice più di tante parole inutili, approssimative, sbrigative, monche. Un film dà vedere, ché riconcilia con il cinema che latita in molta produzione contemporanea. Un’opera prima che è prima di tutto un’opera dà vedere senza pregiudizi, smascherati dalla paura di essere chiamati ad essere vicini, quasi sovrapposti a qualcuno che ci sta intorno e che (possiamo) vedere sullo schermo. Un film dà apprezzare perché è libero di essere voce libera.