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DUELLO NEL PACIFICO regia di John Boorman

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stratoZ     8½ / 10  11/08/2023 15:21:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

"Hell in the pacific" pellicola di un Boorman ancora agli inizi è una delle sue migliori opere, un'analisi cruda e spietata dei rapporti fra i popoli, una denuncia evidente ai castelli di carta creati dalle nazioni, dagli idealismi, dai dogmi e dalla guerra.

Un film stilisticamente minimalista, con i dialoghi ridotti al minimo, neanche una voce narrante ne mezza scena che ci porti a capire il contesto, soltanto due uomini di diversa nazionalità su un'isola sperduta in mezzo al pacifico, ma ben presto lo spettatore riesce ad immaginare quantomeno a grandi linee i loro ruoli - poi gli effettivi gradi dei soggetti in questione sono superflui -

Il film fin dall'inizio opera uno spoglio dei caratteri, privati delle loro armi belliche e costretti a combattersi solo con l'ausilio di armi naturali, il primo incontro, caratterizzato da una battaglia con i rami è un riflesso di come il contesto porti a regredire l'uomo in uno stato primitivo, di come lo porti per spirito di sopravvivenza a cercare stratagemmi poco convenzionali per assicurarsi la vita.

E' un film fatto di escalations, nel primo atto è piuttosto violenta, i due personaggi si portano ancora dietro le conseguenze di un'educazione nazionalistica/militare che li costringe a vedersi l'un l'altro come nemico, tra tentativi di furto dell'acqua, inseguimenti nel mezzo del bosco, violenti incendi cercano continuamente di avere la meglio l'uno sull'altro, fin quando uno dei due ci riesce, ma il nostro caro e furbo Lee Marvin riuscirà a liberarsi e ribaltare la situazione, catturando Mifune come prigioniero di guerra, e a questo punto viene da chiedersi: e quindi? Hai catturato un prigioniero di guerra di uno stato nemico su un'isola deserta, dopo una lotta estenuante, ma ora effettivamente cosa hai ottenuto?
Credo che sia la domanda che si siano fatti loro stessi e la risposta è: nulla, anzi si nota come Marvin che tiene in custodia Mifune debba faticare il doppio perché l'altro è impossibilitato.

E qui si arriva alla seconda escalation, quella della presa di coscienza, col passare del tempo i due si rendono conto che da soli non riuscirebbero mai a sopravvivere in un contesto del genere, è qui che cadono tutte le barriere tra i due popoli, quando l'istinto di sopravvivenza intrinseco nell'uomo prende il sopravvento. E' a quel punto che i due decidono di collaborare e costruire una zattera per raggiungere al più presto un'isola più popolata ed essere portati in salvo.

In questa seconda parte il conflitto cambia, passa dall'essere un conflitto tra due uomini ad essere un conflitto uomo contro natura - Boorman ci delizierà in futuro più volte su questo argomento, tuttavia c'è da dire che in questo film è stato parecchio benevolo nei riguardi dell'uomo, probabilmente anche perché voleva dare l'opportunità al film di tornare su binari più antropologici - emblematica al riguardo la scena di loro che si avventurano con la zattera costruita insieme in mare aperto, con la natura sfavorevole in mezzo a diverse onde che colpiscono più volte il mezzo, una scena particolarmente sentita e che porta lo spettatore a sperare con loro, ogni volta che le onde si scagliano contro la zattera è come se lo spettatore venisse colpito in prima persona.

I due effettivamente riescono a salvarsi e sembrano aver anche in parte stretto un buon rapporto - causato dalle necessità ma comunque un buon rapporto - la base sull'isola che riescono a raggiungere è deserta, lì però tornando in un contesto molto antropizzato avviene il processo opposto, i due a causa di diversi fattori, tra cui l'incomunicabilità a causa delle lingue differenti - ricordiamo che per tutto il film loro non riescono mai a comunicare nella stessa lingua - e delle rimembranze poco favorevoli all'amicizia dei due popoli si separeranno amaramente. Qui ho trovato un po' ridondanti le insistenti domande di Marvin riguardo la religione, aiutano sicuramente lo spettatore a capire meglio le motivazioni e la tematica ma risultano un po' didascaliche in un film che fa dell'essenzialità il suo stile.

Grande pellicola.