kowalsky 7 / 10 24/12/2006 00:12:04 » Rispondi Dicono sempre che i film realizzati a piu' mani hanno dei limiti e anche questo film ne ha. L'incontro tra Edgar Allan Poe e tre dei piu' celebri registi europei non ha completamente colto nel segno, evidenziando piu' che altro le retrive difese stilistiche dei suoi autori. Complessivamente, "metzergenstein", dove i fratelli Fonda lavorano insieme per la prima volta in uno script assai equivoco, non fa altro che risaltare l'erotomania di Roger Vadim, e della sua Nouvelle Vague estetica e convenzionale (4). L. Malle esplora a modo suo uno dei testi determinanti di Poe: effettivamente Delon è convincente e inquietante nel suo ruolo, ma il tema del "doppio" tanto acuto e profondo nel testo diventa un pretesto per un compiaciuto esercizio sado-maso (6). Federico Fellini è la vera sorpresa dell'operazione: non era minimamente sospettabile una propensione "gotica" tanto avvincente, una dimensione "dark" così inquietante e visivamente magnifica (da antologia del cinema horror la sequenza finale). E Stamp è tremendamente luciferino e disarmante. Allora, altro che l'amenità del circo e delle sue comparse: davanti a Poe Fellini si trasforma trasformandosi in un (represso o inconscio?) Tourneaur di casa nostra (10)