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TRE PASSI NEL DELIRIO regia di Federico Fellini, Louis Malle, Roger Vadim

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DankoCardi     8½ / 10  10/09/2023 12:43:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dato che E.A. Poe ci ha insegnato che anche l'orrore ed il mistero possono essere d'autore, e sono virtualmente incalcolabili le volte che il cinema ha attinto alle sue opere, allora ecco che tre registi che non ti aspetti si confrontano con il brivido, con risultati quasi inaspettati per l' eccellenza. Ma sebbene si amalgamino in un corpus unico senza stacchi o stonature, i loro lavori vanno analizzati singolarmente.
Metzengerstein: magari è l'episodio meno coinvolgente ma non per questo da disprezzare, anzi; l'atmosfera cupa e malsana si adatta alla perfezione in un contesto decadente come il medioevo fatto di prepotenze e di capricci crudeli dei ricchi. Vadim sfrutta al meglio ogni singola inquadratura e riesce a trasferirci un sottile ma costante senso di inquietudine. Jane Fonda mai così brava.
William Wilson: una delle più note storie dello scrittore di Boston qui viene riproposta con un incalzante ritmo dove, con sangue e scene anche di nudo, siamo presi dal turbine delle dissolutezze e dei sadismi del protagonista, ma consci insieme a lui del destino che lo attanaglia. In questo caso Malle, grazie anche all'interpretazione di Alain Delon riesce a cogliere lo spiro del racconto mettendo insieme il diavolo e l'acqua santa, l'eterno scontro tra bene e male. Con una Brigitte Bardot al top.
Toby Dammit: ovvero quando i sogni di Fellini...diventano incubi. Rifacendosi furbescamente ad uno dei racconti meno noti di Poe -che non ho letto-, attualizzandolo e circondandosi dei soliti fidi collaboratori (Delli Colli, Mastroianni, Rota, Zapponi), il regista riminese ci mostra il suo solito lato onirico ma sotto l'aspetto dell'oscuro, del malato; per tutta la narrazione si sente una sensazione di disagio e di storto e poco male se Fellini scopiazza il Mario Bava di "Operazione paura" nella rappresentazione di un male truccato da innocenza. Stupenda la carrellata iniziale all' aeroporto con la pletora di personaggi e da incorniciare la prova sopra le righe di Terence Stamp stretto tra l'ineluttabile, l'autodistruttivo e la critica al sensazionalismo ed al divismo. Indubbiamente il migliore dei tre episodi.
Parliamoci chiaro: non è un film che "mette paura" (anche se, per sicurezza, non lo farei vedere ai bambini), non bisogna cerarci l'horror, a differenza di come faceva coevamente Roger Corman sempre sfruttando i racconti di Poe ma è comunque una di quelle pellicole che costituiscono un'eccezione nel mondo del cinema e proprio per questo da tramandare ai posteri.