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LE FOLLIE DELL'IMPERATORE regia di Mark Dindal

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Dom Cobb     8 / 10  10/11/2014 16:37:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Kuzco è l'imperatore degli Inca, un giovane arrogante, presuntuoso e viziato che non fa altro che pensare a sé stesso. Il suo mondo di agi e comodità viene ribaltato quando la sua infida consigliera Yzma tenta di sbarazzarsi di lui ma, per errore, lo trasforma in un lama. Sfuggito alle mani dell'imbranato aiutante di Yzma, il lama incontra un contadino con il quale inizia un periglioso viaggio verso casa. Sarà l'occasione giusta per lui di imparare il valore dell'altruismo...
Davvero affascinante guardare al prodotto finito dopo tutte le traversie che ha dovuto subire nel corso del processo di creazione e realizzazione: inizialmente, era stato concepito nel 1994 come un musical diretto da Roger Allers, il quale voleva replicare il successo de Il re leone e già aveva contattato il cantante Sting per comporre le canzoni. Successivamente, una fredda reazione da parte del pubblico di fronte alle prime bozze della storia, assai più seriosa ed epica, e una produzione che avanzava a rilento, convinsero il presidente della Disney Michael Eisner a concedere un ultimatum, dicendo che mancava "tanto così" alla cancellazione del film. Un turbolento cambio di gestione portò alla sostituzione in cabina di regia, che venne occupata dall'ex animatore Disney ed ex regista per la Warner Bros Mark Dindal, che insieme a un ridotto team di sceneggiatori riscrisse la storia da capo, modificando la trama, lo stile, l'approccio narrativo, ogni cosa.
Le follie dell'imperatore è il risultato, ed è difficile pensare che all'inizio questa esilarante buddy comedy doveva trattarsi di un maestoso dramma musicale sulla scia de Il re leone. A ben vedere, la velocità dell'animazione e lo stile scarno del layout e degli sfondi lo fanno assomigliare molto più a un cartone dei Looney Toones che a un classico Disney, per non parlare dell'assenza di qualsiasi elemento della cultura Inca nella storia o il tipo di commedia moderna che viene utilizzato.


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A questo punto, è anche abbastanza inutile parlare dello svolgimento della storia o dello sviluppo dei personaggi, dato che entrambi sono secondari rispetto all'esigenza di far commedia dovunque e comunque. E' sulla commedia in sé stessa che il film vive, al punto che le parti più incentrate sulle emozioni sono quasi fuori posto. Basti dire che, di tutto il cast di figure messo insieme, sono soprattutto in due a distinguersi, ossia i villain: impossibile descriverli a parole, la loro alchimia e la loro energia, le intuizioni comiche di cui sono protagonisti bastano da sole a giustificare la visione del film,


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merito anche di un doppiaggio italiano fantastico, in cui persino celebrità come Luca e Paolo paiono sentirsi a loro agio, così come era stato a suo tempo per Raoul Bova o Giancarlo Magalli.
Nulla da dire sulle musiche, se non che giocano un ruolo molto marginale nello svolgimento della storia; in effetti, questo è il primo lungometraggio Disney post-rinascimento ad allontanarsi dalla formula del musical, una scelta che seguiranno anche i classici seguenti e che, di certo, contribuirà non poco all'insuccesso di ciascuno di loro.
Comunque, Le follie dell'imperatore resta un'ottima commedia, esilarante e, in mancanza di termini migliori, folle: capace di intrattenere i bambini come gli adulti, anche se il grandeur e la perizia tecnica dei classici precedenti sono ormai lontani.