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LE PORTE DELL'INFERNO regia di Umberto Lenzi

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Spotify     6 / 10  01/08/2017 05:30:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sorpresa! Mi aspettavo chissà quale ciofega ed invece "Le Porte dell'Inferno", si rivela un horror più che onesto. Dopo tanti b-movie brutti, nostrani e non, finalmente è arrivato quello che è riuscito a coinvolgermi, a provocarmi delle emozioni.
Sia chiaro, i difetti ci sono, eccome, però Lenzi, che all'epoca era già sul viale del tramonto (vedasi ad esempio "La Casa 3", uno scempio assoluto), in un probabile, quanto unico, momento di lucidità, è riuscito a creare un'atmosfera angosciosa e cupa, al servizio di una trama trita e ritrita.
La storia vede protagonisti un gruppo di speleologi impegnati in un esperimento: uno di loro, Maurizio, è intento nel battere il record di isolamento in una delle grotte di una montagna. Passati circa due mesi, il team si prepara per recuperare il loro compagno ma, attraverso l'impianto video, si accorgono che Maurizio non sta bene. Oltretutto, lo stesso Maurizio chiama per telefono i propri compagni, dicendo che qualcosa vuole ucciderlo. A questo punto il gruppo capisce che non c'è tempo da perdere e si prepara a calarsi nelle grotte. A loro si uniscono una coppia di fidanzati, esploratori del posto. Una volta entrati dentro la montagna, il team comincia la ricerca di Maurizio, ma in quel luogo si cela un'agghiacciante segreto: delle pericolose entità soprannaturali sono pronte a rivelarsi e il gruppo di ricercatori, comincerà ad essere perseguitato da queste terrificanti presenze.
Niente di nuovo insomma, sembra la solita storiella di fantasmi. E così è. Però, come detto, Lenzi, gioca molto sull'atmosfera e sulla location, creando un mix vincente.
Il regista si concentra tantissimo sugli spazi angusti delle grotte, ricreati benissimo, producendo un'aura tetra, piena di suspense. Lo spettatore avverte una certa sensazione di smarrimento, con un clima attorno ad esso, che si fa man mano sempre più pesante. Parecchie sono le sequenze rese imprevedibili, grazie all'abilità del director di mettere in ombra diversi punti della scenografia attraverso inquadrature funzionali. Altra cosa ben riuscita, è che nonostante l'intero film sia ambientato all'interno di una montagna, il ritmo resta sempre alto, l'attenzione non cala mai. In altre parole, Lenzi ha costruito l'intera pellicola sulla scenografia, e la sua scelta si è rivelata felice.
La narrazione ha una costante evoluzione, il director inserisce, sempre al momento giusto, un nuovo tassello alla storia, creando un'evoluzione della tensione.
Scene splatter ben congegnate. Non si tratta di una pellicola dove il sangue abbonda, però all'occorrenza, esso fa la sua figura.
Il finale ha un discreto colpo di scena. Non spicca certo per l'originalità, però può cogliere impreparati.
La fotografia non mi è dispiaciuta, bella cupa, dai caratteri tendenti al grigio-nero, si sposa bene con la location. Da il suo tocco in più.
Soundtrack niente di che, accompagna e basta.
Con il cast cominciamo a toccare le prime vere note dolenti. Una mandria di gente totalmente mono-espressiva. Non c'è un attore che susciti un po' di simpatia o comunque delle emozioni nello spettatore. Stanno tutti li come ebeti e si comportano nella maniera più scontata possibile. Non arrivo a dire che sono dei cani perché ho visto di peggio, però recitano o meglio, non recitano, davvero malissimo.
Ovviamente in questo c'è la collaborazione di Lenzi. Eh si, caratterizzazione dei personaggi zero, nessuno che sale in cattedra, ognuno si limita a svolgere il compitino.
La sceneggiatura è quanto di più abominevole si possa pensare. Ma non lo è tanto per l'impianto narrativo, il quale bene o male si trascina in qualche modo, quanto per i dialoghi. Questi sono un qualcosa di aberrante, tale Olga Pehar (già il nome dice tutto) va oltre l'umana comprensione scrivendo certa roba che fa dubitare delle capacità intellettive di questa donna. Ma chi era questa, la domestica di Lenzi?
Ecco a voi la frase top dell'intero set di dialoghi


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Conclusione: dignitoso horror nostrano di fine anni 80. Coinvolge, fa stare in tensione, inquieta in alcuni passaggi, dispone di una regia di tutto rispetto. I lati negativi alla fine fanno parte del gioco di questo tipo di film. Lo consiglio a tutti gli amanti dei b-movies italiani del genere.