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LA STRADA SCARLATTA regia di Fritz Lang

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8½ / 10  26/06/2021 07:06:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Premetto che avrei potuto estrarre il voto massimo se non fosse per il doppiaggio in Italiano, davvero discutibile, e qualche scheggia impazzita nella sceneggiatura. Lang cita Val Lewton e Tourneau, ma forse eccede in bilico tra Realismo e Fantastico, concedendo ad esempio a un personaggio di "risorgere", scelta quanto mai inappropriata. Tuttavia il film è meraviglioso al di là di certi difetti formali, soprattutto nella scelta di fare del protagonista un uomo medio e mite da Letteratura Russa, tipicamente Gogoliano, salvo poi reciderlo verso un amaro epilogo in un Iconografico personaggio alla Dostoevskij. Amaro, amarissimo, questa enorme prova attoriale di Robinson, che sembra la continuità drammatica del Sosia per caso (di un gangster) in "Tutta la città ne parla" di Ford. Un uomo chiuso nella sua amarezza, ingenuo, sprovveduto al punto di non credere nella sua Arte che restava unico rifugio espressivo di una vita infelice. Contrasta con l'abbietta seduzione della Bennett, in un ruolo da femme fatale spregiudicata e crudele. In un intreccio comunque insolito, questo è un film che celebra l'eternità nell'arte, nei ritratti, e il soggettivo ruolo che ricoprono. Esilarante nella sua misoginia il Vilain di turno Duryea, quando finge di spacciarsi per un esperto di dipinti. Dicevamo il finale, un nodo alla gola diciamo. Epilogo di una dimensione Sociale dove gli Innocenti possono diventare doppiamente colpevoli. Ps Joan Fontaine non fa parte del cast

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