Dom Cobb 8 / 10 24/02/2015 13:36:27 » Rispondi Nella Spagna del sedicesimo secolo, Tullio e Miguel, due ladri di mezza tacca e inseparabili amici, entrano in possesso di una mappa per El Dorado, la mitica città d'oro. Attirati dall'idea di mettere le mani sull'oro e affrontare mille e più avventure, i due si mettono in viaggio. Giunti alla meta, vengono scambiati per dei dalla popolazione e decidono di stare al gioco... Iniziato in concomitanza con i precedenti due lungometraggi, il secondo lavoro di animazione tradizionale della Dreamworks, dopo l'excursus nel genere biblico de Il principe d'Egitto, torna sui binari della commedia, questa volta con una decisa spruzzata di avventura e ammiccamenti a classici della letteratura e del cinema: prendendo l'ispirazione nella premessa narrativa da L'uomo che volle farsi re, la troupe di registi, sceneggiatori e animatori realizza un prodotto più leggero nei toni, disimpegnata e, per certi versi, quasi sempliciotta, ma non per questo di bassa qualità. L'animazione, che continua la tradizione di mischiare lo stile a mano con le più moderne tecniche digitali, è sempre uno spettacolo da ammirare, sia che si tratti di realizzare sequenze dai perfetti tempi comici,
sia che si tratti di creare i maestosi spazi della città d'oro, anche se per un genere meno complesso come quello della commedia d'avventura forse avrebbe giovato uno stile più semplice. Comunque, ciò non detrae dalla qualità generale del prodotto, che ha dalla sua una brillante sceneggiatura, capace di disseminare la storia di gag ed esilaranti battute,
"Questo è il tuo piano?... Bene, mi piace!" "Se credessi nel destino, non giocherei certo con i dadi truccati!" "Tullio, guarda il lato positivo, potrebbe andare..." "Stavi per dire peggio?" "Cosa penserà nel vederti così?" "Ehm... dio fortunato?" "La storia della città sarà scritta con... "...l'inchiostro?" "Con il sangue!"
così come di sviluppare in maniera più che soddisfacente la personalità dei personaggi, sia primari che secondari, i quali risaltano tutti e restano in mente a lungo alla fine della visione; ma a rimanere sempre al centro di tutto è il rapporto, sorprendentemente genuino, fra i due protagonisti, avvalorato da un ottimo doppiaggio in inglese come in italiano, nei momenti più divertenti così come in quelli più seri. Tuttavia, non si tratta di un film perfetto: in effetti, i problemi nascono più che altro dallo stesso elemento che la maggior parte del tempo rende la pellicola così fresca, ossia una struttura narrativa e un approccio buttati sullo scherzo e la risata. Così, ogni volta che si cerca di spostarsi su binari più seriosi e spettacolari, il film perde di energia, e tali sequenze risultano un tantino fuori posto in una vicenda così "piccola", messe tanto per inserire dei prodigi tecnici e scene d'azione non veramente necessarie.
L'intera scena del giaguaro gigante, per quanto godibile, se la potevano risparmiare, perché ha ben poco a che fare con tutto il resto.
Inoltre, la storia subisce qualche rallentamento nella parte centrale, solo in parte controbilanciato da canzoni orecchiabili, ma tutt'altro che notevoli. In definitiva, però, il film non perde mai di vista il rapporto centrale fra i due irresistibili protagonisti e non si allontana mai troppo da quello che è il suo spirito vero, ossia quello della commedia. Ragion per cui, il prodotto finale non risente grandemente dei problemi succitati e riesce ad assolvere il suo dovere di divertire e procurar risate.
Personalmente, non ho alcuna riserva nei riguardi del finale, che trovo perfetto per chiudere la vicenda in modo soddisfacente. Il punto è che i due amici, dopo il loro dissidio, decidono di rimanere insieme dovunque e comunque. Non importa che non ci sia una grandiosa sequenza di lotta per salvare la città o altre cose del genere, il centro della storia rimane sempre l'amicizia fra Tullio e Miguel.