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BASKET CASE regia di Frank Henenlotter

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  02/11/2011 15:26:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il budget risicato non condiziona il disturbante debutto cinematografico di un giovane Frank Henenlotter.
Storia di dolente vendetta ambientata in una New York che più sordida non si può.Il giovane Duane giunge nella Grande Mela con un cesto di vimini dal quale non si separa mai e dopo aver preso alloggio in un albergo a dir poco lurido e fatiscente mette in atto i suoi feroci propositi in combutta con ciò che tiene gelosamente celato nel contenitore.
Il rapporto tra uomo e creatura troverà maggiore spessore in "Brain Damage", ideato su aspetti di non trascurabile impegno sociale e su un rapporto di dipendenza ancor più angosciante.Sorvolando su paragoni superflui è innegabile osservare anche in questo caso un rapporto simbiotico di notevole profondità,distinto da un malinconico affetto e dalla consapevolezza di poter solo sognare una vita normale.Che poi Henenlotter su questa innegabile diversità si trastulla con acume,descrivendo Duane come un ragazzo normale nonostante il grave fardello che si porta appresso ,non solo in senso figurato,mentre i personaggi che lo attorniano appaiono strampalati in modo inquietante,emarginati poco raccomandabili o un po' tocchi.Non mancano umorismo macabro e allusioni sessuali,marchi di fabbrica dei lavori dell'eccentrico regista.
Il film è dedicato a H.G. Lewis padre dello splatter che avrebbe gradito gli abbondanti schizzi di sangue che "colorano" i vari omicidi,per il resto i pochi dindi a disposizione non permettono di mostrare granchè lasciando molto all'immaginazione.
Rivisto oggi potrebbe far storcere il naso agli amanti dell'horror moderno tutto effetti speciali,la creatura è infatti piuttosto grezza e i suoi movimenti in stop-motion non esprimono certo gran naturalezza anche se le sue urla disperate hanno il potere di turbare non poco.
Buonissima l'idea di rivelare il passato della strana coppia mediante un lungo flashback e assolutamente indimenticabile il finale che colpisce per penosa spietatezza.