caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LA CORONA DI FERRO regia di Alessandro Blasetti

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Niko.g     6½ / 10  25/08/2014 11:20:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vincitore della Coppa Mussolini per il miglior film italiano alla nona Mostra del Cinema di Venezia, questo film è un'innovazione assoluta del grande Alessandro Blasetti, fascista intelligente e padre fondatore del cinema italiano.
Purtroppo, l'opera appare oggi decisamente invecchiata, con scene d'azione goffe e irrealistiche. Inspiegabile il personaggio della vecchietta del bosco, affidato a una bravissima ma fin troppo giovane Rina Morelli.
Ciò che caratterizza il film è il montaggio veloce, la commistione di generi e i numerosi rimandi letterari: da Shakespeare alla tradizione greco-romana, da Tarzan alla tragedia greca, tutto inserito in un contesto scenografico interamente ricostruito a Cinecittà.
Collante della storia è la Corona di ferro, oggetto realmente esistente, conservato attualmente nel Duomo di Monza, composta in parte con uno dei chiodi della crocifissione del Cristo. Prerogativa della Corona è portare la pace dove c'è la guerra. Non a caso, in questo primo e singolare fantasy italico, la reliquia si ferma a Kindaor. A dimostrazione di come Mussolini, approvando certe pellicole, avesse vedute meno ristrette di quanto si crede. Cosa che non si può certo dire dell'attuale cinema italiano, da tempo in mano ad una sinistra tollerante solo per ciò che le fa comodo propagandare.
Cast sugli scudi: Gino Cervi, Massimo Girotti, Paolo Stoppa, Elisa Cegani, Luisa Ferida, Osvaldo Valenti.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  04/10/2016 00:09:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh tutta la tua crociata destrorsa contro il cinema italiano di oggi in mano ai comunisti te la potevi risparmiare
Niko.g  07/10/2016 14:52:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dato che commentavo un regista della cosiddetta propaganda fascista, l'occasione per un parallelismo cascava a fagiuolo. Ho forse toccato un tasto dolente?