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LA CORONA DI FERRO regia di Alessandro Blasetti

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Invia una mail all'autore del commento Elly=)     9½ / 10  19/10/2012 22:34:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Primo esempio italiano di cinema fantastico, un genere che nel nostro Paese non fu mai approfondito, nemmeno durante il periodo del boom anni '60-'70-'80. Se si cerca una risposta al esche l'Italia non abbia mai approfondito questo genere salta subito alla mente (per modo di dire) è che il primo film italiano che potrebbe essere identificato come primo capolavoro italiano non è CABIRIA come tutti fanno credere e come tutti continuano a credere, ma è INFERNO, un film del 1911 che è una vera e propria odissea piena di effetti speciali analogici che meritano il "tanto di cappello" per il periodo in cui furono realizzati e viene ancora più strano pensare che se abbiamo avuto gentaglia come Fulci o Rimbaldi gli italiani non erano in grado di realizzare film del genere per motivi di mancanza tecnica. Viene da chiedersi allora dove si cela il motivo per cui il popolo italico non li produca nemmeno ora, quando basta prendere un programma come after effects e già hai i tuoi bei effetti speciali, cosa che pure i ragazzini fanno. Ma non è il luogo nè il momento per elaborare tesi sul cinema fantastico italiano, mi sembra invece giusto dare spazio a quest'opera e al suo valore nel nostro cinema e nell'era in cui fu fatto. Molti infatti lo reputano un'allegoria nella quale si nasconde una ferrata denuncia politica contro il governo mussoliniano ma se ben si conosce Blasetti si sa anche che Alessandro fu un regista molto fedele al Duce così come lo furono altri grandi registi, in prima linea il giovane Rossellini. Ho preso per esempio Rossellini perché mentre egli si riscatto con ROMA CITTA' APERTA, Blasetti fino a EUROPA DI NOTTE rimase attaccato al fascismo e non si pentì mai dei film prodotti in epoca fascista. Ma del resto che colpa possiamo fargli? Mussolini era rigido e censurava determinati temi come l'adulterio, il divorzio e ne esaltava altri come il patriottismo, la famiglia, i giovani, che poi a conti fatti non era del tutto sbagliato, ma al di là di questo finanziava molto il cinema e lasciava libera espressione artistica, cosa che invece molti governi tiranni attuali fanno. Quindi Blasetti era più che giustificato e si può anche riconoscere che fu piuttosto furbo, e come dargli torto.
Il legame che univa il regista al dittatore è ben sottolineato anche dalla Coppa Mussolini vinta a Venezia, cosa che non sarebbe mai avvenuta se il Dux si fosse accorto di qualche beffa presente nel film, e Mussolini non era un uomo stupido.
Tornando al valore intrinseco, il film ha a dir poco del strepitoso: le scenografie sono ambienti fatati, i costumi nella loro semplicità sono tessuti fiabeschi, la fotografia è caratterizzata da filtri speciali utilizzati nelle scene del bosco per rendere il tutto più fatato, la narrazione viene integrata con inquadrature in stile mignatura per richiamare l'epoca dei manoscritti cavallereschi. I personaggi, interpretati da un grande cast composto da Cervi, Ferida, Cigani, Girotti, Valenti, sono puramente inventati così come i luoghi ma l'influenza della letteratura mondiale si sente. Blasetti in complesso riesce a comporre una fiaba dai tratti barocchi inserendo avventura, prese di poteri, lotte tra regni, combattimenti cappa e spada e l'immancabile elemento magico senza cadere mai nel banale riuscendo a intrattenere un pubblico adulto in modo più che magistrale.

Oggi come oggi il film ha un'importanza che probabilmente l'anno scorso non si sarebbe sentita. Il film fu molto costoso per l'epoca per i costumi, le scenografie, le comparse ma si era in un'epoca dove il cinema era inteso come industria e si viveva con esso, un film che venne girato interamente a Cinecittà e non come ora che a Cinecittà si girano le commediole, i cinepanettoni e i programmi tv, dove qualcuno ci sta per mettere centri commerciali, appartamenti e dove il Governo dice di non poter intervenire come se Cinecittà fosse San Marino o il Vaticano, dove tutti i milioni vengono sprecati nelle produzioni di De Laurentiis giustificati come finanziamento alla cultura e io sto ancora aspettando che la finiscano di farmi i tagli alla cultura, alla scuola e al mio fottuto futuro, dove i soldi vengono sprecati in cemento senza pensare che il Teatro 20 è anni che dev'essere messo a posto e che quello spazio libero servirà ai giovani del futuro per costruire studi ancora più grandi di quelli hollywoodiani per metterci dentro i propri pegasus e dirige come nel 1941 mille comparse che si scontrano nella battaglia apocalittica tra umani e animali cibernetici la cui regina è una cattivissima milf-strega.
Torok_Troll  20/10/2012 01:25:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bel commer
nto, anche se mi sarei astenuto dal chiamare "gentaglia" due grandi artigiani come Fulci e Rambaldi, gente che oggi purtroppo nella nostra bella penisola ce la sognamo.
Invia una mail all'autore del commento Elly=)  21/10/2012 22:38:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
era ironico ;)
Dick  02/06/2018 20:33:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"per il periodo in cui furono realizzati e viene ancora più strano pensare che se abbiamo avuto gentaglia come Fulci o Rimbaldi gli italiani non erano in grado di realizzare film del genere per motivi di mancanza tecnica. "

Me lo sono chiesto anch' io vista anche la grande tradizione di costumisti che abbiamo e che ormai lavorano tutti o quasi per produzioni estere! Sic!
Dick  02/06/2018 20:35:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Magari c' è qualche precedente in mezzo, ma abbiamo dovuto aspettare 50 anni con "Fantaghirò" che comunque è una produzione TV!