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INLAND EMPIRE regia di David Lynch

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Invia una mail all'autore del commento Andrea Lade     8½ / 10  27/02/2007 00:17:07 » Rispondi
Non è molto divertente vedere un opera di Lynch spaccare la critica, e causare l'esasperazione della contraddizione che tanto mi dà fastidio in ogni contesto. Se il film inizalmente è piaciuto ad alcuni ,questi si sono dislocati in una pericolosa zona di eccessiva lode che annacqua la critica e sfiora il fanatismo.

Per me il film _non_ è da considerare un capolavoro,ma non è assolutamente da bocciare.
Il linguaggio di Lynch si avvale di tutti gli strumenti che il cinema offre e per comunicare un evento non intraprende la via razionale del racconto,ma utilizza suoni, colori e immagini che inducono lo spettatore a provare interiormente quello che nello schermo sta accadendo. Il lavoro di Lynch è molto stimolante da questo punto di vista ed esorta ognuno ad un lavoro su se stesso che ogni forma d'arte dovrebbe in teoria attivare; ma l'operazione di Lynch diventa anche una sfida su un piano più strettamente intellettivo e la tentazione di capire, di sviscerare, di decriptare gli elementi sibillini presenti in molte scene può avere il sopravvento e sicuramente lo ha avuto su tutti coloro che hanno anche per un momento rifiutato di percepire sensorialmente INLAND EMPIRE. I coniglietti, la lingua polacca il buco nella vestaglia di seta e la punta di un grammofono ancorchè avere una spiegazione univoca, non vanno considerati per quello che possono significare da soli; estrapolare una parte e considerarla un punto essenziale per seguire la storia è un errore , una cattiva tentazione che può avere un parziale successo quando riusciamo a condividere una spiegazione razionale; ogni elemento ,seppur decifrabile va comunque contestualizzato nel tutto univoco che Lynch ha la consapevolezza di infondere . Poco importa se la salita della protagonista per le scale corrisponde ad una peccatrice che va dal suo Caronte per comprendere quale via intraprendere ,molto più è importante subire l'influenza palpabile che il cinema,che il vero cinema ha l'obbligo di causare nello spettatore medio o esperto che sia.
Il film ci fa entrare in contatto con l'angoscia che viviamo ,ci trasmette il buio,il nero, ci fa vivere da protagonisti una storia apprentemente semplice che parte dalla recitazione di un remake per arrivare ad un lungo e complicato viaggio interiore dove la luce che abbiamo non corrisponde allo spettro che siamo capaci di riflettere.
INLAND EMPIRE è quindi un film stimolantissimo e che suscita profonde speculazioni mentali ed emotive, ma da un punto di vista rigorosamente tecnico ha le sue mancanze.
Innanazitutto la durata è eccessiva. Tre ore di duro lavoro non sono sopportabili continuamente se non da un cervello libero ,sobrio e soprattutto pronto ad una violenta seduta psichica.
L'ambigua scelta di lavorare in digitale e di rifiutare i preziosismi stilistici può risultare disturbante ,se non addirirttura noiosa; le immagini imprecise unite ad una sceneggiatura a tratti complicatissima mi fanno capire anche se non condividere le decise bocciature ricevute.
Tornando sulla sceneggiatura ,soprattutto nella parte centrale è eccessivamente ingarbugliata e la storia del film doppiamente vissuto dentro un altro film _può_ risultare un mero esercizio stilistico,soprattutto se si vuole affrontare una visione in modo razionale e conoscitivo.
Detto questo, consiglio vivamente IE a chiunque, e dico a chiunque, promettendo una splendida colonna sonora che colora con un tocco di esplosione finale ,la gioia e la riscoperta di noi stessi.