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INLAND EMPIRE regia di David Lynch

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Harpo     10 / 10  15/02/2007 00:24:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
fù|ga
(mus.) forma musicale contrappuntistica di struttura complessa, caratterizzata da due o più voci che ripetono, secondo regole precise, lo stesso disegno melodico.

La Toccata e Fuga in re minore è quasi sicuramente il pezzo organistico più famoso di Johann Sebastian Bach. Il grande artista tedesco compose questo brano in giovane età: egli doveva avere più o meno una ventina d’anni ed è a tutt’oggi una delle più grandi pagine organistiche della storia. In questa brevissima analisi parlerò solamente della fuga (sia in detto caso che nei prossimi). Probabilmente la “Fuge d-moll” non è il pezzo più tecnico o più bello del compositore, ma comunque riesce a tracciare “la personalità” di Bach. Il “carattere” di questa fuga è assolutamente prorompente e se si ama la musica classica, la Fuga in re è un “must”.
Dopo qualche anno Bach scriverà altri due capolavori, forse ancor più belli della Toccata e Fuga e sicuramente molto più complessi, tanto da poter essere classificati tra i più difficili brani per organo mai scritti. Questi due pezzi sono la Toccata [e fuga] “Dorica” e la “Passacaglia” in si minore. Il rigore di questi due brani è indubbiamente superiore a quello della fuga in re. Prima, seconda, terza e quarta voce si “alternano” perfettamente e la “quadratura” di questi due pezzi è fenomenale. Suonare questi pezzi è incredibilmente arduo e solamente i più dotati organisti possono riuscirci.
Infine esiste un’altra grandissima composizione, il cui titolo è “Die Kunst der Fuge”: quest’opera raccoglie moltissime fughe (mi pare quattordici) e alcune di esse raggiungono una complessità spaventosa. Credo che “L’arte della fuga” sia l’ultima opera di Bach (e infatti è incompiuta). A differenza dei brani precedenti non è stata appositamente scritta per organo: Bach, in questo senso, non ha lasciato indicazioni su quale strumento debba essere eseguita. In effetti quest’opera è stata eseguita da quartetti d’archi, ma anche da altri strumenti quali il clavicembalo o il pianoforte (oltre ovviamente che dall’organo). Per molte persone, però, “LADF” (perdonatemi l’orribile abbreviazione) non è “solamente” un’opera da suonare, ma anche e soprattutto un’opera da “leggere” e “studiare”, anche perché come già scritto è incompiuta.

Nel 1977 dopo moltissimi anni di lavorazione, viene terminato “Eraserhead” di David Lynch. Quest’opera prima del regista americano è già stata classificata da moltissimi critici come un capolavoro della storia del cinema. Se, in un primo momento, la visionarietà del grandissimo cineasta poteva non essere capita (magari ritenendo erroneamente che il regista in questione fosse “un folle”), con il passare degli anni si è invece capito che questo film d’esordio presentava moltissime delle peculiarità che avrebbero poi contraddistinto la folgorante carriera di David. Ancora oggi è una delle pellicola più famose di Lynch, se non LA più famosa.
Vent’anni più tardi Lynch esegue “la sua prima fuga” (vera e propria): “Strade Perdute”, un film complesso e affascinante, assolutamente gagliardo che conferma il fatto che il regista americano è fra i più intelligenti autori presenti al mondo. Pochi anni dopo (nel 2001) esce “Mulholland drive” quasi sicuramente il film più bello del nuovo millennio. La struttura di questi due film è praticamente identica a quella di una fuga bachiana: una serie di voci che si incrociano tra loro creando così qualcosa di unico e irripetibile (specie se pensiamo che qua siamo al cinema). Ovviamente c’è una differenza rilevante: SENTIRE (non suonare) queste voci eseguite su un organo presenta molti meno problemi rispetto a vederle su uno schermo; infatti, nel primo caso, se solo si possiede un’educazione musicale elementare si riuscirà a distinguere la parte suonata sul pedale, quella suonata sulla prima tastiera e/o sulla seconda. Davanti a uno schermo, invece, tale distinzione risulta indubbiamente più ostica (almeno dopo solo una visione). Però, quando si sarà scoperta la logica del film, si riuscirà a convenire sul fatto che pure le opere di Lynch possiedono una “quadratura” invidiabile. Il loro rigore è indubbio e la distinzione delle voci, a conti fatti, è assolutamente chiara.
Facendo quindi un paragone forse un po’ troppo forzato, ma comunque non del tutto insensato, sarà possibile comparare i tre film citati alle prime tre opere di Bach accennati. Ovviamente Johann ha composto molte più fughe (un’autentica caterva) e Lynch molti altri film, ma credo comunque che il mio originale accostamento sia piuttosto azzeccato.

E poi c’è “INLAND EMPIRE”. Definirlo unico sarebbe riduttivo. Quest’opera non va soltanto vista (come si fa con quasi tutti i film): il film in questione “va vissuto”: quando sarete in sala non cercate di capirlo (sarebbe una cosa totalmente inutile, anche perché non riuscireste neppure ad apprezzare il film in pieno): entrate a vostra volta dentro il film, state affianco di Nikki Grace/Susan Blue nel suo continuo vagare tra i gironi infernali della (sua?) mente umana.
Se “L’arte della fuga” non è “solamente un pezzo da suonare”, “INLAND EMPIRE” non è “solamente un film da guardare”. Non credo di essere stato chiaro, forse solo io ho avuto quest’impressione, ma comunque immagino che l’ultima opera di Bach sia a sua volta compatibile con (quella che sembra essere) l’ultima di Lynch. In un certo senso, “INLAND EMPIRE” sta al cinema come l’arte della fuga sta all’organo.
La struttura di “I.E.” è sempre identica a quella di una fuga, ma la complessità è incredibilmente superiore ai lavori precedenti. Credo che per capire in pieno questo film siano necessarie ben più di due/tre visioni. L’ultimo sforzo di Lynch, infatti, ha svariate vicende [voci] che si intrecciano tra loro (io ne ho contate almeno tre, ma credo che siano quattro, escludendo comunque l’epilogo). Le parti si contrappongono in continuazione eliminando (solo in apparenza) un filo logico. Si passa dalle vicende di un’importante attrice (Nikki Grace, interpretata da una straordinaria Laura Dern che tra l’altro recita anche il ruolo di almeno un altro personaggio) a quelle di un gruppo di squinternate prostitute ad una velocità pazzesca, proprio come se la voce alla tastiera passasse immediatamente alla pedaliera [di un organo]. Come in ogni fuga sono presenti delle dominanti presenti in ogni vicenda (sinceramente non riesco a illustrarle come Dio comanda; vi basti sapere che si tratta di note che anticipano, per esempio, il finale): quella più facile da individuare è sicuramente la scritta “AXXoNNi” presente in svariati muri e/o pareti. Lynch utilizza le dominanti esattamente come un musicista: le inserisce in punti ben oculati, anticipando o segnalando un momento della pellicola che deve ancora presentarsi.
La protagonista della/e vicenda/e è Laura Dern, l’unico personaggio sempre presente. Prima nel ruolo di Nikki Grace, poi in quello di Susan Blue e poi in quello di una ******* morente (si tratta sempre di Susan Blue o no?). Io credo che la Dern, in questa interpretazione, abbia superato se stessa regalandoci un’interpretazione spaventosa (non vorrei farmi prendere dall’entusiasmo, ma è forse questa una delle recitazioni femminili più intense negli ultimi dieci anni). E’ forse lei il tema della fuga? Io credo di sì.
L’epilogo del film (i pochi che sono arrivati qui possono pure continuare a leggere: non ci sono spoiler) è a se stante: un po’ come nella “Toccata e Fuga in re”, i minuti conclusivi non fanno più parte della fuga; sono piuttosto un “amarcord” di sensazioni del regista che (almeno credo io) non sono più vincolati a “INLAND EMPIRE”. Il finale, a mio modestissimo avviso, è più che altro una sorta di “testamento cinematografico”. Infatti, come avrete capito, anch’io penso che “INLAND EMPIRE” sia l’ultimo film di Lynch. Se devo essere sincero non sono troppo triste: non è da tutti aprire la carriera con un capolavoro assoluto (“Eraserhead”) e chiuderla con qualcosa di inimitabile (“I.E.”), destinato ad entrare di diritto tra i più grandi film della storia.
“L’arte della fuga” incarna parte dell’ingegno bachiano, “INLAND EMPIRE” simbolizza il genio lynchiano.


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Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  03/03/2007 23:50:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bravo
Harpo  08/03/2007 12:56:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
grazie Biagio!
Invia una mail all'autore del commento Enzo001  05/04/2010 02:32:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi sono fermato quando ho capito che c'entrava bach
nonono, non ci casco
L.P.  15/02/2007 10:19:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Che splendido commento Harpo! Ho avuto anche io la sensazione di star assistendo all' esecuzuione di un pezzo musicale difficilissimo.
In realtà ho sempre pensato che le sensazioni che dà la musica fossero irriproducibili da altre forme d'arte. E invece il film di Lynch riesce a trasmettere proprio quel tipo di emozioni...
Harpo  15/02/2007 11:25:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
grazie mille L.P.!
effettivamente, in questo momento, non mi vengono in mente registi in grado di suscitare emozioni simili a quelle che il cinema lynchiano riesce a trasmettere. Ovviamente non dico che i film "emozionanti" non siano mai esisti: ammetto solo che Lynch è unico, un po' come Fellini, Kubrick o Chaplin.
shineonthepiper  15/02/2007 23:27:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
o anche Malick...Lot mi ha "allargato il commento" con la II e III parte. si può sempre contare su filmscoop!
Harpo  15/02/2007 23:39:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Malick un altro grandissimo regista di cui non ho visto praticamente nulla, se non una parte consistente di "La sottile linea ross" (che ovviamente mi ha assolutamente entusiasmato). Tempo fa dovevo comprare "The new world", ma non lo trovai da nessuna parte. Quindi nel frattempo mi sono dato allo "studio" di Bergman. Tuttavia Terence è tra i primi nella mia speciale lista di registi che devo approfondire.
Riguardo la II e III parte, ti devo fare i miei complimenti. Scrivi davvero benissimo. Anzi ti consiglio di fare delle recensioni sui film di Lynch: su FS solo quattro film sono stati recensiti e secondo me tu saresti perfetto per analizzare "Eraserhead".
Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  28/08/2010 11:13:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh, ti spiace se mi limito a dire che il tuo commento è da applausi?
Chi non riesce ad apprezzare Lynch... beh, problemi suoi... INLAND EMPIRE è arte, come lo è 2001: Odissea nello Spazio, come lo è Bach o Picasso. Punto.
ziotom77  15/02/2007 10:24:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"The eraserhead-la mente che cancella" è il mio film preferito di Lynch...
del resto mi piacciono tutti i suoi film anche quelli meno commerciali infatti vorrei sapere se qualcuno è così gentile da dirmi come si chiama quel film, molto datato, in cui c'erano i cowboy che indossavano delle scarpe con le punte in su...
sarei grato se qualcuno sapesse il suo titolo
grazie
Harpo  15/02/2007 11:26:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
non sono per niente attendibile... ma forse il film di cui tu parli è "The Cowboy and the Frenchman" un mediometraggio dell'88. Ma comunque la mia memoria visiva, quando si tratta di ricordare scene filmiche, non è un granché.
Invia una mail all'autore del commento Albertine  15/02/2007 16:51:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Pochi anni dopo (nel 2001) esce “Mulholland drive” quasi sicuramente il film più bello del nuovo millennio. "...sono assolutamente d'accordo con te...nessun film mi ha mai fatto sentire come mulholland drive tutte e quattro le volte (quasi di seguito) che l'ho visto al cinema...un capolavoro assoluto...pervaso dall'inizio alla fine da una tensione emotiva sconvolgente, da un'inquietudine che ti scuote costantemente come alla fine viene scossa naomi watts durante lo spettacolo...non è un film che si guarda soltanto come giustamente hai detto tu ma che si sente con ogni parte del corpo e della mente...credo che Lynch in questo sia unico al mondo...poi alla fine tutto torna...tutto è chiaro...non è un nonsense fine a sé stesso come invece devo confessare di aver trovato "strade perdute" (forse dovrei rivederlo)...non dimentichiamo di Lynch anche il bellissimo "cuore selvaggio"...non vedo l'ora di vedere Inland Empire...non sarà molto facile qui lo danno solo in un cinema in ESCLUSIVA REGIONALE...una cosa folle...ed io non vorrei vederlo con troppa gente in sala...
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  15/02/2007 23:47:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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Harpo  15/02/2007 23:55:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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